[ di Piero Merola ] Senza troppi proclami che lo lanciassero come album dell’estate prima del tempo, “Crazy For You” si è rivelata una delle migliori colonne sonore della stagione. Un inno alla leggerezza a metà strada di chitarre stridenti a bassa fedeltà figlie del garage-pop anni ’80 e linee vocali zuccherose da primi Sixties.
[ di Francesco Melis ] Chitarre psych e lunghe suite strumentali, melodie accattivanti e mai scontate. Schegge dei Beatles, echi di psichedelia pop americana degli anni anni ’60, Spiritualized e i primissimi Verve. Un’autentica rivelazione.
[ di Lorenzo Centini ] Si suda anche questa volta. Leggermente meno spigolosi e fuzzosi, i brani del nuovo album sono comunque oscuri come rituali sabbatici e alcoolici come canti di rifugiati politici.
[ di Stefania Italiano ] Un disco che sa di estate, di emozioni nostalgiche e di spiagge californiane. Tra Shins e Grizzly Bear, i Morning Benders hanno talento. Se pur derivativi, come si può non essere indulgenti?
[ di Piero Merola ] Le influenze di Cure e Smiths un po’ si notano, ma questi esordienti di Brooklyn dalla melodia facile dimostrano una loro statura compositiva. E di saper generare tormentoni perfetti per l’estate.
Esce nel 2010 “Work”, il terzo album degli Shout Out Louds, dopo che i primi due hanno provveduto a spianare la strada e a fornire una buona reputazione e fama dalla critica. Ormai non ci si deve più stupire di questo gruppo: il loro esame di maturità è stato già superato con successo. Stesso discorso…
Il secondo album dei calabresi Miss Fräulein è un lavoro “di peso”. Estremamente curato nell’editing, di respiro internazionale nella cifra stilistica, ci si sente dietro una band che punta molto in alto. Le sonorità stoner non sono scomparse. Piuttosto si sono spogliate dell’etichetta di genere che solitamente le contraddistingue, sottraendosi alla nicchia per lanciarsi in…
[di Giuseppe Franza] Nulla di nuovo sul fronte mondiale, anche se i Gogol Bordello aggiungono il Sud America alla loro disparata miscela di generi. Però ballare è un’esigenza umana, e qui si balla.
A metà tra James Brown e le Piccole Canaglie, il debutto di JM è la sintesi di cinquant’anni di sapienza pop mondiale. Dietro c’è Puff Daddy, ma questa volta dovremmo ringraziarlo.
Bando ai preamboli: a giudicare dal nuovo album “Loophole” (uscito qualche mese fa per la fiorentina Forears), gli Elton Junk si confermano come una delle poche risorse del rock italiano. La loro musica è generosa, evocatrice di echi e risonanze infrageneri e di dolcissime suggestioni para-psichedeliche. Hanno dalla loro un paio di cosette fondamentali come…