• DAVID BYRNE & FATBOY SLIM, Here Lies Love (Nonesuch, 2010)

    Scolpire i ritratti ai grandi personaggi della Storia, restituire loro un volto e ridisegnargli lineamenti è compito che grava soprattutto sulle prerogative del cinema e della buona narrativa o, tutt’al più, della canzone d’autore che mira in alto. Ma all’occorrenza anche la semplice pop song radiofonica può essere una lama affilata, e occorre saperla maneggiare…

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  • DAVID BYRNE & FATBOY SLIM, Here Lies Love (Nonesuch, 2010)

    Scolpire i ritratti ai grandi personaggi della Storia, restituire loro un volto e ridisegnargli lineamenti è compito che grava soprattutto sulle prerogative del cinema e della buona narrativa o, tutt’al più, della canzone d’autore che mira in alto. Ma all’occorrenza anche la semplice pop song radiofonica può essere una lama affilata, e occorre saperla maneggiare…

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  • MGMT, Congratulations (Columbia, 2010)

    Imbattersi in un concerto degli MGMT nel novembre di 2007, in quella che era la loro prima apparizione in Europa è stata un’esperienza singolare e istruttiva. Nel tempio del pensiero unico dell’indie londinese, il KOKO, nella serata del venerdì organizzata dall’NME per promuovere new name più o meno big, gli allora Management erano il mesto…

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  • JOHNNY CASH, American VI: Ain’t No Grave (Lost Highway, 2010)

    La fine che si avvicina l’Uomo in Nero incontra la Nera Signora il cerchio che si chiude il rintocco delle campane cieli plumbei squarciati da lampi di luce bassi profondi perché profonda si scava la fossa. L’attesa di una nuova rinascita. There Ain’t No Grave Can Hold My Body Down. Ecco allora che per l’ultimo…

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  • BEACH HOUSE, Teen Dream (Sub Pop, 2010)

    Il duo di Baltimora ci ha preso gusto. Ogni due anni una raccolta di fatali sottofondi notturni che sembrano riecheggiare da chissà quale dimensione parallela sotterranea. Prima l’omonimo, poi nel 2008 lo splendido “Devotion” della definitiva consacrazione. Un suono che è diventato un marchio di fabbrica. Il timbro penetrante e avvolgente di Victoria Legrand e…

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  • BAUSTELLE, I Mistici dell’Occidente (Warner / Atlantic, 2010)

    Hanno un bel dire Bianconi e i suoi esegeti che ne “I Mistici dell’Occidente” la mania citazionista dei Baustelle si è finalmente placata. E come la mettiamo, allora, con quel “carrozzone” di sorcina memoria piazzato già nelle prime strofe di “Indaco”, o con gli evidenti branduardismi che introducono la title track? E con quell’Huckleberry Finn…

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  • LALI PUNA, Our Inventions (Morr, 2010)

    Il mondo era, è, spaventoso. Qualcuno stava, sta, falsificando le carte. E, rispetto all’ultima volta che i Lali Puna hanno messo il naso fuori casa, non si può certo dire che le cose siano migliorate: era il 2004, c’era “Faking the books” e indietronica non era ancora una parolaccia. Sei anni dopo, sembra quasi che…

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  • SAMUEL KATARRO, “The Halfduck Mystery” (Trovarobato / Angle Records / Audioglobe, 2010)

    Chi lo sa se Obama avrebbe vinto, in Italia. Ci sono diverse teorie secondo cui, qui in Italia, Obama non ce lo saremmo filato per nulla. A meno che Minzolini non ci avesse dedicato qualche suo illuminato editoriale, si capisce. Samuel Katarro è il nostro Obama. “The Halfduck Mystery” un programma musicale per il futuro.…

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  • MANDARA, Mandara (MK Records / Venus, 2010)

    “They hear and play as one”. Così si potrebbe dire, ispirandosi a un verso del penultimo brano di questo disco, del gruppo variabile di musicisti riuniti sotto il nome Mandara, il progetto musicale e culturale guidato con passione ormai da più di un decennio da Gennaro De Rosa. A sei anni di distanza da “Alatul”…

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  • SHEARWATER, The Golden Arcipelago (Matador, 2010)

    Dopo i buoni riscontri e la grande visibilità ottenuta con il precedente album “ornitologico”, “Rook”, i texani Shearwater portano a termine la trilogia naturalistica iniziata nel 2006 con “Palo Santo”, dedicando l’ultimo capitolo della vicenda al tema delle isole. Il periplo immaginario delle nuove canzoni riflette una viaggio reale, dai contorni vagamente darwiniani, che il…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010