[ di Francesco Giordani ] il nuovo lavoro asseconda un libero fluire di forme barocche, uguali e diverse come il discorso infinito di acque che, dopo lo zampillo iniziale, sanno farsi cascata impetuosa e scrosciante.
[ di Piero Merola ] L’odore della strada, Badalamenti e le visioni voodoo di Cramps e Suicide lungo le badlands di Alex Hangtai, trentenne di Taiwan di stanza a Montreal.
[ di Francesco Giordani ] Questi Mirrors, vestiti di tutto punto e opportunamente incravattati, tanto per mettere subito le cose a riparo da equivoci interpretativi, sono in quattro e suonano esclusivamente sintetizzatori e batterie elettroniche.
[ di Francesco Melis ] I Vaccines arrivano al loro disco d’esordio con tutti gli occhi puntati su di loro e non falliscono. “What did you expect from the Vaccines?” è un album senza novità ma che entra subito in testa e può creare dipendenza.
[ di Daniele Boselli ] Nel 2003 i Kills avevano davvero tutte le carte in regola per non essere solo una bella speranza. Ora la loro formula, senza adeguate canzoni, si rivela essere drammaticamente vuota.
[ di Matteo Ghilardi ] Gli Spread ci deliziano con il loro macabro non-sense condito di irriverenza e giocosità, in un disco che ama scandagliare le grottesche fattezze dell’Inferno.
[ di Livio Ghilardi ] Dopo essersi trasferito in terra d’Albione, l’italianissimo Alessio Natalizia s’è imbarcato in questa nuova esperienza musicale, ispirato dalla scena kraut-rock, dal dream-rock e da numi tutelari del calibro di Animal Collective e Atlas Sound.
Estratto di nove minuti dal quarto album del duo synth-pop canadese, “It’s All True”, in arrivo a giugno
[ di Piero Merola ] Il secondo album dei Cold Cave dà più rilevanza ai synth e concede una tregua agli isterismi elettronici da synth-splatter stile Crystal Castles.