[ di Francesco Marchesi ] I Memoryhouse rappresentano un caso di dream pop basico, privo di urgenza rumoristica o sperimentalismo gotico. Un esempio di musica sedata in grado di far riflettere sui limiti di ciò che ascoltiamo. Un album anormale, cui si rimane legati. Da non perdere.
[ di Francesco Giordani ] La band di Stephen Merritt torna alla Merge e riscopre l’amore, a tratti fulminante, per i sintetizzatori. Bubblegum-pop in abiti low-fi, studiatamente lisi e sdruciti, che brillano di luce sgranata.
[ di Stefania Italiano ] Il viaggio darwiniano degli Shearwater è terminato, e “Animal Joy” per la Sub Pop è il rapporto steso a uso e consumo dei cittadini curiosi. Divulgativo.
[ di Giampaolo Cristofaro ] C’è un’innocenza politica feroce e un impeto melodico da giganti della musica. Un disco che è prova di grande freschezza e riassunto di una vita musicale.
Ecco “Stone Three Home” con un inedito online.
[ di Francesco Melis ] Paolo Iocca decide di avventurarsi su suoni più electro e Boxeur The Coeur è la sua nuova e affascinante creatura.
[ di Piero Merola ] I ficcanti motivetti di Alexis Krauss continuano a piantarsi nel cervello con una naturalezza disarmante. Per uno stile che è diventato un marchio di fabbrica. Pulsioni industriali, fuzz come se piovessero e le deliziose filastrocche sincopate della Krauss.
Il capo del progetto è sempre Roddy Bottum, ma qui non c’è nulla dei Faith No More. Semmai indie rock dalle forti influenze pop, tra The New Pornographers e Weezer in botta da fioritura primaverile. (foto di Marina Chavez)
[ di Giampaolo Cristofaro ] Come nascere stoner, ricalibrare suono ad ogni disco, reinventandosi, aprendo a suggestioni da psichedelia rarefatta, pietra angolare di una cifra stilistica, se non unica, molto personale ed efficace.