• Il carillon di R O N I A

    La cantautrice austriaca si colloca tra echi di Portishead e Cocteau Twins.

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  • [#tbt] Il privilegio di aver visto Beck “disturbato”

    In quest’epoca di rinvii, cancellazioni e distanziamento sociale mi sento fortunato di aver potuto vedere in concerto Beck Hansen giovedì 7 Agosto 2003 a Urbino per Frequenze Disturbate. Certo, l’anno che verrà potrebbe essere quello del suo ritorno in Italia (tre date in programma a giugno a Roma, Lucca e Gardone Riviera) o al Primavera…

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  • L’appello al voto di Tracy Chapman

    Sono tanti gli artisti – americani e non solo – che con l’avvicinarsi delle elezioni tra le più difficili e contrastate della storia degli Stati Uniti hanno incoraggiato i loro fan ad andare a votare. Noi abbiamo scelto questa performance di Tracy Chapman da Seth Meyers: “Talking ‘Bout a Revolution”, prima traccia del suo album…

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  • Cover Novembre 2020: SHYGIRL

    La londinese Shygirl è l’artista di copertina di Kalporz di Novembre 2020.

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  • MATT BERNINGER, “Serpentine Prison” (Concord, 2020)

    Un autentico autoritratto: Berninger ha rinunciato alle metafore e all’esoterismo che contraddistinguevano la sua scrittura nei National per una maggiore chiarezza della visione.

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  • La rivoluzione reggae di Greentea Peng

    Greentea Peng non è mai uguale a se stessa: il nuovo pezzo dell’artista londinese è un inno rivoluzionario dub-reggae che chiama a riflettere sul futuro che vorremmo dopo la crisi della pandemia, e a lottare per esso. “Il risultato di un fermento contemporaneo: politico, sociale, e individuale. 2020, un anno dolorosamente trasformativo per la collettività.…

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  • La chiamata alle armi per l’ambiente dei Massive Attack

    In un momento di necessario e obbligato stop come questo i Massive Attack ripensano, insieme al Tyndall Centre per la ricerca sul cambiamento climatico, a nuovi modi di gestire concerti e festival: l’obiettivo è di creare eventi a zero emissioni. La parola d’ordine è decarbonizzazione dell’industria musicale, con l’aiuto del contesto urbano e cittadino. La…

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  • Tierra Whack l’esploratrice

    Tierra Whack trasforma l’eroina dei bambini in door, una serie di porte da aprire sul mondo colorato e divertente creato in questo video dall’artista Alex Da Corte. “Dora” potrebbe sembrare il solito inno al lusso ma più la canzone e il video vanno avanti più il focus si sposta proprio sull’opposto, sul potere degli oggetti…

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  • Un regalo dai Mogwai

    I Mogwai hanno appena cancellato il tour 2021, ma la pandemia non ferma comunque la loro musica: il 19 febbraio 2021 uscirà quindi un loro nuovo album, il decimo: “As The Love Continues”. Anzi: nel comunicato stampa il gruppo ha spiegato di voler offrire qualcosa di bello proprio in un momento come questo, anche se…

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  • Sevdaliza viene dallo spazio

    “Rhode” parla di solitudine e di distacco dal mondo terreno, ma è anche il nome di una ninfa degli abissi: Sevdaliza interpreta la mitologia a modo suo e viaggia su un’astronave di sembianze femminili, nel buio dello spazio, per poi esibirsi a un pubblico sconvolto mentre cavalca un coltello meccanico gigante. Il tema della femminilità…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010