• BROKEN SOCIAL SCENE, Forgiveness Rock Record (Arts & Crafts, 2010)

    A scrivere dei Broken Social Scene dopo il concerto di Barcellona cui abbiamo assistito qualche giorno fa, c’è il rischio che la recensione sia solo una carrellata di “che figata, mamma mia che figata”. Anzi. A dire il vero, una recensione di “Forgiveness Rock Record” rischia sempre di essere una carrellata di superlativi. Questo perché…

    Read More

  • BROKEN SOCIAL SCENE PRESENTS: KEVIN DREW, Spirit If… (Arts & Crafts, 2007)

    Visto che lo Spirito fa capolino nel titolo della prima prova solista di Kevin Drew e prima uscita della serie “Broken Social Scene Presents”, partiamo proprio da quello, dallo zeitgeist: la galassia Broken Social Scene incarna in modo esemplare lo spirito dei nostri tempi. Un gruppo che è un network sociale, una rete decentrata dagli…

    Read More

  • STARS, In Our Bedroom After The War (Arts & Crafts, 2007)

    Negli anni ’80 del ventesimo secolo i giovani erano più giovani. Dal decennio successivo avrebbero cominciato a togliere dalla naftalina i pantaloni a zampa di elefante e le camicie attillate dei genitori, sarebbero tornati su strade già battute piuttosto che azzardarne di nuove, anche se futili o improbabili. Questa è una possibile ragione del perché…

    Read More

  • AMY MILLAN, Honey From The Tombs (Arts & Crafts / V2, 2006)

    Messa temporaneamente da parte l’avventura con gli Stars, la mora chanteuse Amy Millan (praticamente irriconoscibile sulla copertina che la ritrae sotto chili di trucco) si misura con un disco country folk dal quale esce nonostante tutto positivamente. Una sufficienza senza strafare, merito del suo caldo timbro vocale, anche se non mancano le situazioni di lieve…

    Read More

  • APOSTLE OF HUSTLE, Folkloric Feel (Arts & Crafts, 2004)

    Le recente iperesposizione mediatica della scena musicale canadese ha portato al successo – ormai insperato – di gente come Broken Social Scene (contratto con la Mercury) e del giro dell’etichetta Constellation. Una realtà musicale carica di fascino che presenta dei tratti comuni che cercano di andare al di là della semplice canzone, scoprendo contaminazione insperate…

    Read More

  • BROKEN SOCIAL SCENE, You Forgot It In People (Arts & Crafts, 2003)

    Sapete come succede con certi dischi. Li cercate invano per mesi fino a che vi sembrano fantasmi. Ne leggete un mucchio di elogi e di critiche entusiastiche e più cresce la curiosità più il disco sembra irraggiungibile. E così quando, magari per caso, riuscite a scovare quell’album cercato così a lungo, lo accostate con timore,…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010