• [Sunday Breakfast] Un viaggio alato, sopra un carro senza ruote

    Una canzone “polleggiata” per dare il mood giusto alla domenica. Una domenica mattina “polleggiata”, chiaramente.

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  • Elogio di un “fanciullone”

    Francesco Di Giacomo è stato una delle massime incarnazioni di quell’inscindibile connubio di ingenuità e cerebralità che è il progressive rock. (foto di Roberto Scorta)

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  • Banco del Mutuo Soccorso, Roma (6 luglio 2002)

    E’ inutile negarlo: gruppi come il Banco del Mutuo Soccorso vivono di celebrazioni e decennali. Serve ad affermare in modo chiaro e sincero “noi ci siamo ancora”. E allora via con il trentennale del BMS targato 1972-2002. Trent’anni di splendido rock progressivo ma non solo, come dimostra una serata speciale con diecimila paganti sotto il…

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  • BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, Darwin (Ricordi, 1972)

    Nei primi anni ’70 Darwin e la teoria dell’evoluzione non erano ancora entrati completamente nel bagaglio generale della cultura di massa: nei libri di scienze delle scuole erano relegati in poche righe. Nel suo piccolo e forse senza volerlo, il Banco ha fatto opera di divulgazione: non pochi adolescenti di quegli anni si sono cominciati…

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  • BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, Banco del mutuo soccorso (Ricordi, 1972)

    E’ conosciuto come “Il disco del salvadanaio” per via della copertina e rappresentò nel 1972 l’impetuoso ingresso del Banco nel mondo del rock progressive; forse l’elemento caratterizzante di questo disco è la scelta del linguaggio, aulico, letterario. Musicalmente non c’è forse unitarietà fra i vari brani, ma sono subito esplicitate le caratteristiche salienti della musica…

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  • Intervista a Rodolfo Maltese

    Se vogliamo fare dei parallelismi tra grandi gruppi del rock possiamo dire che Rodolfo Maltese sta alla storia del Banco del Mutuo Soccorso come Martin “Lancelot” Barre a quella dei Jethro Tull.Entrambi hanno sostituito il primo chitarrista ed entrambi sono delle colonne portanti di queste due inossidabili formazioni. Dopo aver militato nella prima formazione degli…

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  • BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, Io sono nato libero (Ricordi, 1973)

    Disco fondamentale del progressive, italiano e non. All’altezza dei migliori dischi inglesi. La possente e calda voce di Francesco Di Giacomo unitamente ai bei testi delle canzoni si fondono ad un tessuto strumentale di prim’ordine. Dopo l’album d’esordio, “Banco del Mutuo Soccorso”, e il concept “Darwin !”, datati 1972, il gruppo italiano crea il suo…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010