• THE NATIONAL, “High Violet” (Beggars Banquet, 2010)

    L’album della consacrazione della band nel salotto buono del rock indipendente.

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  • THE HORRORS, Primary Colours (Beggars Banquet / XL Recordings, 2009)

    Prima di leggere bisognerebbe fingere che gli Horrors di “Strange House” quel furbo revival garage che strizzava l’occhio a Mtv non siano mai esistiti. Oppure che, voce a parte, si tratti di un’altra band. Con idee e intenti nuovi. Perché altrimenti si correrebbe il rischio di perdersi uno degli album più riusciti di questa metà…

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  • MATMOS, Supreme Balloon (Beggars Banquet / Matador, 2008)

    Anni fa non si faceva altro che stigmatizzare l’elettronica come musica fredda e anti-creativa. Prendete oggi il nuovo album dei Matmos “Supreme Balloon” (edito dalla Matador), un disco di un gruppo di per sé cervellotico e robotico, e mettetelo a confronto con qualsiasi album rock, diciamo rock, uscito ultimamente (chessò i Coldplay, o l’ultimo dei…

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  • CULT, Love (Beggars Banquet, 1985)

    Linda parla a Steve, seduta sul suo pavimento, con in mano il vinile di “London Calling” dei Clash. Parla delle sue prime storie d’amore andate male. “Dopo ho pensato che avrei conosciuto qualcuno al college, capisci, una perfetta combinazione tra Mel Gibson e Ken Follett, e che la rivoluzione sessuale ci avrebbe fatalmente travolti entrambi.…

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  • HOLY FUCK, LP (Beggars Banquet / XL, 2007)

    Con un nome del genere non puoi certo passare inosservato. Poi si scopre che gli Holy Fuck, da Toronto, sono già al secondo lavoro (intitolato semplicemente “LP”, con tutta evidenza devono avere una malsana predilezione per le pastiglie), avendo esordito un po’ in sordina addirittura nel lontano 2005. Molti in questi giorni si stanno occupando…

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  • THE NATIONAL, “Boxer” (Beggars Banquet, 2007)

    Un album cupo eppure pacificante, straordinariamente intenso ma leggero come il fumo di una sigaretta alla fine di un pezzo di vita vissuta.

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  • ST. VINCENT, “Marry Me” (Beggars Banquet, 2007)

    Non so quante volte mi è capitato di sentire paragonare una cantautrice a Kate Bush, e molto spesso a sproposito. È una sorta di pigrizia critica che rasenta lo sciovinismo: ragazza, voce limpida ed educata, suona e compone da sé, pronti!, la nuova Kate Bush. Non farò quindi un torto sessista a una ragazza talentuosa,…

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  • CALLA, Strenght In Numbers (Beggars Banquet, 2007)

    Ogni due anni, i Calla pubblicano un album. Nel corso della loro carriera non hanno mai scelto la soluzione più semplice, hanno sempre cercato di non appiattirsi, di non ripetersi, magari sbandando un po’, magari dando alla luce veri capolavori come “Scavengers” e “Televise”. Ogni album ha rappresentato un passo in una direzione diversa. Perciò,…

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  • DEVASTATIONS, Coal (Beggars Banquet / Self, 2006)

    Dato che Nick Cave ha smesso di essere oggettivamente interessante quando ha smesso di drogarsi (e non parliamo dei fan terminali, ovviamente), cerchiamo soddisfazione altrove, in lidi inesplorati che possano catturare l’essenza cruda delle canzoni paludose e funeree, di quel folk da patto col diavolo che, seppur modificato attraverso la decadenza post-punk dei Bad Seeds,…

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  • BRIGHTBLACK MORNINGLIGHT, Brightblack Morninglight (Beggars Banquet / Self, 2006)

    Se il vinile fosse ancora il formato standard per l’ascolto della musica, dischi come questo renderebbero cento volte tanto. Non sono discorso da vecchio nostalgico, ma un dato di fatto. Sentire il suono caldo di un Fender Rhodes così in primo piano fa pensare a quanto sarebbe ancora più caldo con il fruscio del padellone.…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010