•  Belle and Sebastian, Vox, Nonantola, MO, 25 maggio 2006

    Il Vox è affollato per la data di chiusura del tour europeo di Belle and Sebastian, che salutano tutti prima di volare in Giappone. In tanti sono qua per toccare con mano il nuovo corso della band, solare ed elettrico come gli ultimi due album, ma praticamente tutti sono venuti per rivivere i pomeriggi piovosi e…

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  • BELLE AND SEBASTIAN, The Life Pursuit (Rough Trade / Self, 2006)

    Dunque quella meraviglia intitolata “Dear Catasrophe Waitress” era soltanto il primo segnale che la musica di Belle and Sebastian era arrivata ad una svolta. Tre anni dopo “The Life Pursuit” chiarisce tutto. Stuart Murdoch e soci hanno cambiato rotta, lasciandosi alle spalle Nick Drake, le chitarre acustiche e le tracce più intime. Al loro posto…

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  • Belle and Sebastian, Rolling Stone (Milano) (17 marzo 2004)

    Partiamo dalle poche note stonate. Per prima cosa l’acustica del Rolling Stone non è sembrata impeccabile, né il locale milanese, stipato fino all’inverosimile dal pubblico, è parso il luogo ideale per accogliere Belle & Sebastian. Il secondo rammarico è per le canzoni che mancano all’appello. “She’s Losing It” innanzitutto, giusto accennata da Stuart Murdoch e poi…

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  • BELLE AND SEBASTIAN, Dear Catastrophe Waitress (Rough Trade, 2003)

    Nonostante tutto, Belle & Sebastian si sono rialzati. Perché a dispetto di qualche passo falso degli ultimi dischi che già ci aveva allarmato, a dispetto di un produttore imbarazzante come Trevor Horn, lo stesso delle Tatu per intenderci, a dispetto dell’abbandono della fascinosa Isobel Campbell, “Dear Catastrophe Waitress” è un disco riuscito. E’ vero che…

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  • BELLE AND SEBASTIAN, Storytelling (Jeepster, 2002)

    La prima cosa che salta all’occhio di “Storytelling” sono le due ragazze cinesi che praticano l’agopuntura nella solita splendida copertina di Belle and Sebastian. Un disco difficile per il gruppo scozzese, nato come colonna sonora dell’omonimo film di Todd Solondz e poi in gran parte inutilizzato dal regista americano. Le tracce della complicata collaborazione restano…

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  • BELLE AND SEBASTIAN, The Boy With The Arab Strap (Jeepster, 1998)

    Il terzo lavoro in studio di Belle And Sebastian è quello che li lancerà definitivamente sul mercato internazionale. La band scozzese, che più di tutte influenzerà il movimento “New acoustic” recentemente assurto agli onori delle cronache, irrompe da subito con due ballate meravigliose, “It could have been a brilliant career” e la ritmata e avvolgente…

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  • Belle and Sebastian, Alcatraz (Milano) (16 aprile 2002)

    Quello che tutta la gente stipata all’Alcatraz sta aspettando sta giusto per avverarsi: i ragazzi scozzesi attesi tanto a lungo stanno per materializzarsi sul palco. Prima, come ovvio, l’attesa. Addolcita dal conterraneo Eugene Kelly, un tempo membro dei misconosciuti Vaselines, che armato solo di chitarra acustica e armonica, e di un bel po’ di ironia,…

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  • BELLE AND SEBASTIAN, If You’re Feeling Sinister (Jeepster, 1996)

    E’ stato questo “If You’re Feeling Sinister” il disco che ha iniziato a diffondere tra il pubblico il nome di Belle and Sebastian, essendo il vero esordio del gruppo, “Tigermilk”, bello quanto introvabile fino alla ristampa del 1999. L’atmosfera che si respira tra queste tracce è vicina a quella del disco lo precede, anche se…

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  • BELLE AND SEBASTIAN, Tigermilk (Jeepster, 1996-1999)

    Quando si dice un disco di culto. “Tigermilk”, l’esordio di Belle and Sebastian, uscì nel 1996 e venne stampato in sole 1000 copie in vinile. Un affare per pochi intimi. Ben presto si è rivelato qualcosa di molto più grande . La fama del gruppo e il culto che ha avvolto questo suo esordio, nonchè…

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  • BELLE & SEBASTIAN, Fold your hand child, you walk like a paeseant (Jeepster, 2000)

    Il ritorno del gruppo scozzese, perso per strada il bassista Stuart David dedicatosi ai suoi Looper, è il quarto capitolo di una storia tra le più affascinanti degli ultimi tempi. E’ sufficiente prendere un verso di “Family Tree”, una più dolci canzoni mai composte da Belle & Sebastian, che dice “They teach Chemistry, Biology and…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010