• MILAUS, JJJ (Black Candy / Audioglobe, 2005)

    Bisogna dirlo. I Milaus sono degli sfigati. Pubblicano un disco come “JJJ” e la stampa specializzata li tratta con sufficienza, preferendo dare spazio ad altra gente. Queste sono scelte editoriali e queste spesso seguono logiche che sfuggono all’umana comprensione. Nessuna vis polemica, dispiace solo veder trattato in maniera così superficiale quello che sembra un grandissimo…

    Read More

  • SLUGS, Bob Berdella Bizarre Bordello (Black Candy / Audioglobe, 2005)

    Non sono mai stati molto accomodanti od omologabili, gli Slugs, ma in questo secondo lavoro “Bob Berdella Bizarre Bordello” hanno superato loro stessi. A partire ovviamente dal titolo, già strano di per sé, per svariare poi musicalmente dove più li portava il loro approccio maudit e il loro infinitesimale carattere. Sì perché si potrà dire…

    Read More

  • TOMVIOLENCE, Tomviolence (Black Candy / Audioglobe, 2005)

    “Tom Violence” è la canzone che apre “EVOL” dei Sonic Youth con le indimenticabili parole “My Violence is A Dream”: tutto questo accadeva però venti anni fa. Oggi Tomviolence – scritto tutto attaccato – è un combo nostrano, dedito a sonorità post-rock piuttosto marcate. L’esordio omonimo su Black Candy è un’ottima occasione per entrare in…

    Read More

  • SANTO NIENTE, Il fiore dell’agave (Black Candy / Alpha South / Audioglobe, 2005)

    Un fiore ispido, difficile da avvicinare, ma con un cuore caldo, pronto a sanguinare: è questo il fiore dell’agave, e non poteva esistere titolo più appropriato per il ritorno sulla lunga distanza di Umberto Palazzo e del suo Santo Niente. Se del tuffo al cuore dato dal risentire un suono tanto amato si era già…

    Read More

  • KECH, Join The Cousins (Black Candy / Audioglobe, 2005)

    Il progetto musicale dei Kech, dopo l’esordio promettente “Are You Safe?”, inizia a mostrare i segni inequivocabili di personalizzazione. Se due anni fa si aveva avuto l’occasione per rimarcare la capacità di giocare con il pop rumoroso accostando il nome del quintetto monzese a quello delle Breeders di Kim Deal – e ovviamente il riferimento…

    Read More

  • JOE LEAMAN, Truly Got Fishin’ (Black Candy / Audioglobe, 2004)

    Uno snob non potrebbe mai apprezzare un disco come questo. Chi adora riempirsi la bocca di parole come “derivativo” o “scarsamente originale” troverà semplice liquidare “Truly got fishin’” in pochi minuti: è semplice scorgere nelle trame di questi dieci brani le ombre della storia del rock, e in particolare di tutto quello che è uscito…

    Read More

  • PECKSNIFF, The Book Of Stanley Creep (Black Candy / Audioglobe, 2004)

    Sono passati solo pochi mesi da quando incensavo, felicemente sorpreso, “Elementary Watson” l’album di esordio dei Pecksniff. Da allora sono cambiate alcune cose: innanzitutto Stefano Poletti e compagnia si sono accasati con la Black Candy, ridimensionando l’autoproduzione della loro etichetta Merendina. Poi il suono si è fatto più curato ma anche, allo stesso tempo, meno…

    Read More

  • SANTO NIENTE, Occhiali scuri al mattino EP (Black Candy / Audioglobe, 2004)

    Un ritorno, dopo un’assenza di sette anni. Ed è subito un tuffo al cuore. Le chitarre acide, vorticose, appena più dilatate rispetto ad allora, ma… il suono è quello, non ci sono dubbi. Torniamo al biennio storico del rock italiano, 1996-1997, quello che ha partorito i dischi migliori. Qualcuno gridava di “onorare il vile”, all’epoca;…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010