• VERDENA, Canos EP (Black Out / Universal, 2007)

    Tanto inaspettato nella tempistica quanto nella sostanza, il nuovo extended playing dei Verdena si candida senza dubbio alla palma di migliore mai realizzato. Sei tracce, tanta sperimentazione, nuove coordinate sonore che si staccano decisamente dai canoni prettamente rock ben più familiari alla band bergamasca. Della title track c’è poco da dire se non che, in…

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  • GIANNI MAROCCOLO, A.C.A.U. La nostra meraviglia (Black Out / Universal, 2004)

    Solo leggendo il cast, chi ascolta rischi di impressionarsi. Mi sarei aspettato anche altri nomi, però, qualcuno che abbia fatto parte del Consorzio (Mara Redeghieri dei miei adorati Üstmamò, Marco Parente, i dissolti estAsia, tanto per fare alcuni nomi): la loro assenza dice molto più del voluto su quanto la grande famiglia dell’asse Reggio Emilia…

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  • C.S.I., La terra, la guerra, una questione privata (Black Out/Polygram, 1998)

    Chiesa di S. Domenico, Alba, 5 Ottobre 1996. I C.S.I. realizzano un live tributo allo scrittore Beppe Fenoglio, completando una specie di trilogia, neanche troppo involontaria, legata alla Resistenza. Il primo passo era stata la raccolta di canzoni partigiane (o ispirate all’argomento) “Materiale resistente”, al quale era seguito “Linea gotica”. E questo disco, come del…

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  • C.S.I., Tabula Rasa Elettrificata (Black Out, 1997)

    Un disco importante? Certo. Un disco riuscito? Non completamente. Parlando di “T.R.E.” si è quasi obbligati a ricordarne l’enorme successo: si è parlato molto più spesso del suo sorprendente debutto direttamente al numero uno delle classifiche e delle 80000 copie vendute che del reale contenuto artistico del disco. Un album, si diceva, di qualità elevata,…

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  • C.S.I., Linea Gotica (Black Out, 1996)

    Corre l’anno 1996. Riuniti in un casolare della Val d’Orcia, i CSI realizzano il loro capolavoro, “Linea gotica”. Già le miniature in copertina ne rivelano i contenuti: non è un disco facile, con la tematica della guerra in primissimo piano. Sono gli anni del conflitto nei Balcani, atroce dimostrazione di come l’umanità possa dare il…

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  • C.S.I., In quiete (Black Out, 1994)

    «Quanta violenza può contenere un soffio? Quanta disperazione un sussurro? In quiete non è come dire relax. Credetemi». Queste le parole secche, essenziali delle note per la stampa di “In quiete”. Niente può descrivere meglio questa atipica opera seconda, un live acustico registrato il 3 Giugno 1994 per il programma “Acoustica” della ormai compianta Videomusic…

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  • C.S.I., Ko De Mondo (Black Out, 1993)

    Per Ferretti, Zamboni e la banda dei fiorentini in fuga dai Litfiba sarebbe stato semplicissimo realizzare un altro disco dei CCCP: il gruppo che ha concepito questo “esordio” è lo stesso che diede alla luce lo storico “Epica etica etnica pathos”. Sarebbe stato facile, sì. Ma per loro il cambio di nome non è stato…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010