Non c’è nulla di newyorchese in giro che risulti essere così poco newyorchese, non c’è nulla di pop che risulti essere così frastagliato, non c’è nulla di indie-rock che risulti essere così melodico.
Ho avuto l’occasione, prima della data romana del 10 Luglio, di passare una mezz’oretta con Amedeo e Simone Pace, chitarrista e batterista dei Blonde Redhead: quello che segue è il frutto del nostro scambio di battute. Per primo è venuto a parlare con me Simone, mi presento e lui si siede. Raffaele: Nel 1998 proponevate…
Amedeo e Simone Pace, insieme a Kazu Makino, tornano a Roma per suonare e testare dal vivo i brani che comporranno il loro nuovo album, in uscita presumibilmente a Gennaio del 2004: un’occasione decisamente da non perdere. Nella splendida cornice dell’isolotto in mezzo al laghetto di Villa Ada si raduna una folla inaspettata e affamata…
Qualche rielaborazione, cover e un esperimento in italiano.
Verso la fine del ’90, i Blonde Redhead riescono davvero ad esprimere ciò che non si può esprimere.
Un album di passaggio, imperfetto ma che pone le basi per il futuro della band.
Un album suadente, vivo, esplosivo.
Una prova d’esordio convincente, forse a tratti immatura, ma già consapevole della propria essenza
Un universo deforme e armonico allo stesso tempo.