• Stanno arrivando i Calexico…

    Tutto pronto per le date italiane di Joey Burns e John Convertino, ovvero gli amatissimi Calexico: martedì Milano e mercoledì Bologna.

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  • [Video] Calexico, “Splitter”

    “Algiers” è il loro settimo album in studio, ed esce a quattro anni dal precedente “Carried to Dust”.

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  • Calexico + Vinicio Capossela, Giardini Juvarriani (Venaria Reale – TO), 2 luglio 2009

    Piccola premessa: costringere lo spettatore di un concerto rock al rigor mortis del “posto a sedere” è una punizione che non si meriterebbe nemmeno il fan del metal sinfonico più bolso. Ecco perché, a solo mezz’oretta dall’inizio, in molti abbiamo già abbandonato le seggiole e siamo andati a sfidare la pioggia battente su due piedi, per dare…

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  • CALEXICO, Garden Ruins (City Slang / V2, 2006)

    Arrivati ad un certo punto della propria carriera, è anche giusto cambiare strada. Sono circa quindici anni che la coppia più bella della musica Americana (inteso come genere, non come aggettivo), Burns & Convertino, regalano suggestioni strumentali figlie parimenti di Howe Gelb – loro primo datore di lavoro nei Giant Sand – e di Ennio…

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  • Calexico, Milano (Alcatraz) (17 aprile 2003)

    Si può suonare musica allegra e vivace ma profonda? E’ possibile farlo bene, anzi, alla grande, anche dal vivo? Si può far musica per far ballare una coppia che, un momento sta guardando il “Grande Fratello”, e un momento dopo è al concerto e contemporaneamente accontentare i critici e coloro che sono stanchi della solita…

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  • Calexico, Vox Club di Nonantola (22 febbraio 2001)

    Per una strana magia che solo la musica riesce a creare, nella nebbiosa e umidiccia provincia modenese per due ore si è respirata l’aria torrida del deserto messicano. I Calexico al “Vox Club” di Nonantola sono stati protagonisti di una autentica “fiesta” che ha coinvolto e travolto l’intero pubblico.La serata si apre con Shannon Wright,…

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  • CALEXICO, Hot Rail (City Slang, 2000)

    Calexico è una piccola città al confine tra California e Messico. Joey Burns e John Convertino, sezione ritmica dei magnifici Giant Sand, ebbero l’intuizione di dare questo nome al loro gruppo per rappresentare il mondo e gli scenari che inseguivano. Da un lato il West degli Stati Uniti, dall’altro il Messico, nel mezzo una musica…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010