In arrivo a settembre: ascolta qui su Kalporz il singolo “Middle Names”
La nostra consueta rubrica settimanale. Sette scelte per gli ultimi sette giorni
[ di Raffaele Meale ] Il Devendra Banhart di “Mala” è un songwriter assai più propenso alla poliedricità, una creatura a metà tra il neo-dandy amante della natura e l’artista metropolitano.
Dal nuovo album si può ascoltare “Never Seen Such Good Things”, una canzone di una bellezza esotica straordinaria.
Devendra Banhart deve scontare, per forza di cose, il confronto coi due capidopera del folk (aggiungeteci indie se siete dei maniaci delle etichette) del 2000: “Rejoicing In the Hands” e “Nino Rojo”, pubblicati simultaneamente 3 anni fa e dai quali erompeva un esuberante eccesso di talento che un solo disco non riuscì a contenere. Difficile…
C’eravamo un po’ tutti abituati male, forse; certo è che dopo i fasti dei primi tre lavori di Devendra Banhart (senza mettersi lì a contare EP, Split e collaborazioni a vario titolo) riprendersi dalla sbornia non è facile. Cosa abbia spinto il più creativo tra i cantautori folk attuali a dare alle stampe in fretta…
Cos’è la libertà?A volte mi ritrovo a pormi domande esistenziali (e dunque idiote nel senso etimologico del termine, derivato da idiòs, privato, estraneo agli affari dello Stato), dettate principalmente dall’umoralità, dalle amicizie e dai luoghi che frequento, dalla meteorologia e dall’afflusso di sangue al cervello. Solitamente questi quesiti mi abbandonano con la stessa velocità con…
Il primo pensiero che si è installato nella mente dei musicofili alla notizia dell’uscita di nuovo materiale in studio per Devendra Banhart, mentre l’eco dei peana innalzati nei suoi confronti per quel capolavoro che risponde al nome di “Rejoicing in the Hands” ancora non si erano esauriti, è stato quello di essere costretti da subito…
Esiste un momento, nella vita di ognuno di noi, in cui si sente netto e inconfondibile il contatto con la divinità. Non è necessario essere credenti o meno, non è necessaria una fede specifica; questione di suggestione, si dirà, ed è certo questa la soluzione più plausibile. Resta il fatto che, per un istante, ci sentiamo…
Da ateo non mi capita praticamente mai di soffermarmi a pensare alla vita ultraterrena, al Paradiso, alla conformazione delle ali degli angeli. Eppure se dovessi, costretto con le spalle al muro, concentrarmi su una visione celeste penso che identificherei senza problemi il canto dei cherubini nelle note di “Rejoicing in the Hands”, seconda fatica sulla…