• [#tbt] Di quando il pub-rock di Ian Dury infuocava le charts

    Storia di una hit epocale e del suo autore.

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  • BBV No. 32: FOLLAKZOID, “I” (Sacred Bones, 2019)

    In giro da una decina d’anni, dopo gli exploit di “II” (2013) e “III” (2015) e la pubblicazione del 12” con J. Spaceman, i Follakzoid si sono presi un po’ di tempo prima di presentare nuovo materiale. La pausa non è servita solo per tirare il fiato, ma evidentemente alla luce di quello che possiamo…

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  • AFA n. 13: DjeuhDjoah & Lieutenant Nicholson, “Aimez ces airs” (Hot Casa, 2019)

    Nuovo capitolo della rubrica #AfricaForAfrica, curata da Emiliano D’Aniello, familiarmente chiamata #AFA. Disco sicuramente dal sapore vintage e che a generi come l’urban jazz e la disco,  aggiunge una componente soul e funky tipo William Onyeabor, che rende il tutto (ancora più) accattivante ed eccentrico. Non è una casualità del resto che DjeuhDjoah & Lieutenant…

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  • [BBV No. 20]: JUJU, “Maps & Territory” (Fuzz Club Records, 2019)

    Percussioni e sfumature nord-africane nel ritorno di Gioele Valenti: un disco coraggioso che forse va in troppe direzioni.

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  • Nuovo promo per “Buoys” di Panda Bear

    Panda Bear ci accompagna, anche in questa settimana, a scoprire qualche dettaglio in più del suo nuovo album “Buoys” che uscirà con Domino il prossimo 8 febbraio. Alcuni giorni fa vi avevamo parlato del nuovo video, segnalandolo anche nella nostra top 7, ora però è stato rilasciato, insieme alle date del tour USA, un nuovo…

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  • Julia Holter e il documentario sul nuovo disco “Aviary”

    Julia Holter ha pubblicato la scorsa settimana il suo album “Aviary.” Ora però, a poco meno di una settimana, ha condiviso il making of che ci mostra il dietro le quinte del disco uscito per Domino. A dirigerlo è stato Dicky Bahto; il documentario spiega in modo fedele, al carattere della Holter e alle atmosfere…

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  • BRAINBLOODVOLUME No. 14

    “The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again; but already it was impossible to say which was which.” Eric Arthur Blair aka George Orwell (1903-1950) THE SHIFTERS, “Have A Cunning Plan” (Trouble In Mind Records, 2018) Di questo gruppo e della scena di Melbourne,…

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  • AFRICA FOR AFRICA No. 4

    “To regain legitimacy, the global economy must be guided by an ethical framework that addresses the gross inequalities in our world, and meets the basic needs and aspirations of people everywhere”. KOFI ATTA ANNAN (1938-2018) MANU DIBANGO, “Soul Makossa” (Fiesta/Atlantic…, 1972) Probabilmente pochi conoscono il suo nome, ma Emmanuel N’Djoké Dibango – noto semplicemente come…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010