• KIT DOWNES, “Vermillion” (ECM, 2022)

    Il pianista britannico realizza un’ottimo lavoro in piano trio, tra equilibrio e naturalezza.

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  • KEITH JARRETT, “The Köln Concert” (Ecm, 1975)

    Una lettera mai inviata. Quest’opera te la devo spiegare, è un regalo per il tuo compleanno: non certo il solito Ciddì senza arte né parte che uno compra per emendarsi da un debito d’onore, ma una cosa molto pensata, da me. Niente astruserie sinfonico-jazzistiche, che io – abitante a Trafalmadore – non riesco a comprendere,…

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  • KEITH JARRETT / GARY PEACOCK / JACK DEJOHNETTE, Inside Out (ECM, 2001)

    Keith Jarrett spezza la serie di raffinate rivisitazioni di standard con un album di inediti. Resta comunque in vigore la formula degli ultimi anni: il trio – con i fedelissimi Peacock e DeJohnette – e l’incisione dal vivo, questa volta alla Royal Festival Hall di Londra. Forse questi sono i motivi per cui le improvvisazioni…

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  • KEITH JARRETT – GARY PEACOCK – JACK DEJOHNETTE, Whisper Not (2 CD, ECM, 2000)

    Un fantastico ritorno, quello di Keith Jarrett! Dopo tre anni in cui la malattia gli ha impedito di esibirsi, Jarrett ritorna, con lo Standards Trio, per un concerto straordinario, al Palais des Congrés di Parigi. Il Trio dimostra di avere mantenuto tutta la sapiente armonia su cui si fonda la sua musica: Jarrett è un…

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  • NILS PETTER MOLVAER, Khmer (ECM, 1997)

    Nils Petter Molvaer è un trombettista nordico innamorato del “caldo” sound di Miles Davis. Questo disco ha lanciato Molvaer a livello mondiale, facendo conoscere la sua sua morbida e suadente tromba. La partenza è dunque lo storico “Bitches Brew” di Davis: il più classico dei classici per chi voglia fare jazz elettrico. “Khmer” però va…

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  • BLEY, PEACOCK, MOTIAN, Not Two, Not One (ECM, 1999)

    Fra le più interessanti uscite del 1999 in ambito jazzistico è senz’altro l’album del trio Paul Bley, Gary Peacock, Paul Motian: “Not Two, Not One”, registrato per la ECM. Undici composizioni originali che rivelano il grande affiatamento dei tre protagonisti. Protagonista negli anni ’70 della “New Thing” e del movimento Free, Paul Bley si produce…

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  • KEITH JARRETT, The Melody At Night With You (ECM, 1999)

    Ammettiamolo: per quanto riguarda Keith Jarrett l’uscita di un lavoro al piano solo suscita in molti un interesse maggiore rispetto alle incisioni effettuate con l’affiatatissimo trio o alle interpretazioni date dal pianista di opere appartenenti al repertorio classico. Sicuramente questo deriva da quella specie di “sacro monolito” (o sarebbe meglio dire “pesante fardello?”) rappresentato da…

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  • KEITH JARRETT, La Scala (ECM, 1997, live)

    E alla fine Jarrett si superò… Questo è senz’altro, a tutt’oggi, il suo più bel concerto solista. La struttura di base è simile a quella del Vienna concert, ma l’esibizione alla Scala di Milano è, se possibile, ancora superiore. E’ sempre la prima parte ad essere la più interessante: ora oscura, ora più solare, è…

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  • KEITH JARRETT, The Koln Concert (ECM, 1975, live)

    Sappiamo tutti come la fama di Keith Jarrett sia indissolubilmente legata ai concerti per pianoforte solo: improvvisati, “sentiti”, semplicemente unici. Questo è il più celebre di tutti. Fece conoscere in tutto il mondo il nome di Jarrett ed è tuttora uno dei dischi jazz (ma questa definizione gli va stretta) più venduti di sempre. L’autore,…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010