• MICK JAGGER, Goddess In The Doorway (EMD/Virgin, 2001)

    Su Mick jagger si è detto praticamente tutto e di più: genio eroinomane onnisessuale pervertito angelo sensuale. Si è già detto tutto e troppo, e forse Jagger stesso ha già detto tutto quello che poteva dire come artista. Molto probabilmente questo “Goddess In The Doorway” è nato con anime plurime: da una parte l’intenzione, forse…

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  • IGGY POP, Beat ‘Em Up (EMD/Virgin, 2001)

    Dopo due anni di silenzio, il Re Iguana torna a farsi vivo con “Beat ‘Em Up”, un album decisamente energico e sorprendentemente “moderno”. Abbandonate le atmosfere introspettive di “Avenue B”, Iggy Pop urla la sua voglia di fare rock ‘n’ roll con queste quindici canzoni in bilico tra “nu metal” e rock anni ’70, riff…

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  • DAVE NAVARRO, Trust No One (EMD/Capitol, 2001)

    Dopo aver conosciuto il successo, quello autentico e danaroso, in compagnia dei Red Hot Chili Peppers, Dave Navarro torna ad atmosfere più ricercate e sperimentali, probabilmente provenienti da quel passato ormai remoto con i Jane’s Addiction. “Trust No One” si impone subito come disco non certamente nato per esigenze commerciali o per sfruttare un nome…

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  • DAFT PUNK, Discovery (EMD/Virgin, 2001)

    Data astrale 2001. I Daft Punk a quattro anni da “Homework” si presentano nel nuovo millennio come indiscussi protagonisti della scena pop internazionale, grazie ad un sound che funge da marchio di fabbrica immediatamente riconoscibile, e a uno stile che manipola e gioca con i diversi generi. “Discovery”, ultimo lavoro del duo parigino, offre infatti…

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  • AT THE DRIVE-IN, Relationship of Command (EMD/Virgin, 2000)

    In uno scenario rock alquanto disturbato da fenomeni commerciali di imponente spessore si affaccia la band texana di El Paso At the Drive-in che mescola elementi funk/core stile R.A.T.M. rock e hardcore. “Relationship of Command” è un disco gradevole, molto divertente che lascia trasparire grande originalità e abilità del gruppo a destreggiarsi in territori inesplorati…

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  • KING CRIMSON, The Construkction of Light (EMD / Virgin, 2000 )

    Dei King Crimson si può dire tutto tranne che non riescano a stare al passo coi tempi. La band di Robert Fripp ha sempre saputo rinnovarsi (tanto nell’organico quanto nei contenuti), rimanendo comunque chiaramente influenzata dalla “filosofia” del suo carismatico leader. Questo ultimo lavoro dei Crimson prosegue il discorso intrapreso con il precedente “THRAK”: musica…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010