La “continuità affidabile” vs il “mito”. Il senso dei Chemical Brothers ieri e, per fortuna, anche oggi.
Per stabilire quali artisti abbiano ancora da dire la loro tra quelli che sono in giro da venticinque/trenta anni, uso in genere questa schiacciante (si far per dire) prova del “best of”. L’esercizio consiste nel domandarsi se la tal raccolta (che magari si era fermata, mettiamo, all’anno 2005) ci guadagnerebbe qualcosa da un’iniezione di materiale…
[ di Paolo Bardelli ] Nonostante ogni riserva, a ben analizzare con un minimo di orecchio oggettivo fino ad oggi la band di Chris Martin non aveva ancora “svaccato” del tutto. Stavolta, invece, c’è il crollo totale.
Esce oggi 19 aprile nei negozi tradizionali e in digitale il nuovo album dei Gorillaz, composto dagli stessi durante il tour con un iPad.
[ di Eleonora Ferri ] Una carriera di tutto rispetto e un nuovo, fresco e variopinto album dove arrangiamenti e testi diventano la cinepresa privilegiata per raccontare piccoli frammenti di vita quotidiana.
[ di Francesco Giordani ] Si sa: il quarto (e forse ultimo ma non c’è da fidarsi) disco di inediti dei Gorillaz, “The Fall”, è stato scritto e composto integralmente da Damon Albarn sul suo iPad durante le pause dell’ultima tournée americana della band, per essere poi regalato gratuitamente lo scorso 25 dicembre agli iscritti…
Se non avete mai sentito parlare di loro o ve ne siete volutamente tenuti alla larga, questa è davvero l’ultima chance. Perché, prendere o lasciare, arrivati ormai al quarto disco, gli Hot Chip hanno raggiunto la loro dimensione ideale e forse il loro apice creativo. Dai sommessi toni da ballate da bagnasciuga scritte da Prince-maniac…
Tesi numero uno. Se i passati dischi dei Gorillaz (la più famosa band inesistente della storia del pop, è bene ricordarlo) potevano essere ad ogni buon conto tacciati di un certo svagato umore di divertissement smaliziato e furbastro, con “Plastic Beach” l’esploratore di mondi potenziali Damon Albarn, un po’ Marco Polo un po’ Jules Verne…
Non è facile entrare dentro ai dischi dei Massive Attack. Sarà che i bristoliani fanno di tutto per rendere unico il loro mondo velandolo di sfaccettature non udibili al primo colpo, sarà che sanno celare il nascosto nel palese, fatto sta che l’esperienza sensoriale, con loro, è sempre straniante. E anche stavolta, per questo “Heligoland”…