• VASCO ROSSI, Stupido hotel (EMI, 2001)

    Ascoltando il nuovo disco di Vasco Rossi, “Stupido hotel”, è inevitabile nutrire delle perplessità. Un disco troppo simile al passato prossimo e troppo diverso dal passato ormai remoto. Niente di che stupirsi. Vasco non è mai stato un grande innovatore dal punto di vista musicale; si è sempre appropriato di stili e generi che andavano…

    Read More

  • GORILLAZ, Gorillaz (EMI/Parlophone, 2001)

    Gorillaz in due parole, in due persone, sono voce di Damon Albarn (Blur) e macchine di Dan The Automator. Un progetto di musica dai natali hip hop (Dan lo vede il seguito di Deltron 3030), e voce e temperamento rock. Poi, il gruppo. I Gorillaz sono quattro. Sono 2D, Murdoc, Noodle e Russell. Ma voi…

    Read More

  • GEORGE HARRISON, All Things Must Pass (EMI Records, 1970, rist. 2001)

    Non si può tacere l’uscita della ristampa del monumentale triplo di Harrison, uscito in origine nell’ormai lontano novembre 1970. Forse per sottolineare questo lungo arco di tempo passato, la cover originale viene ripresentata con smaglianti colori, abbandonando l’affascinante bianco e nero, con una scelta stilistica a mio avviso discutibile. Probabilmente ci sarà l’onnipresente marketing di…

    Read More

  • DIVINE COMEDY, Regeneration (EMI Parlophone, 2001)

    Il titolo pare proprio descrivere l’ennesima mutazione in quella vicenda appassionante che è la storia artistica di Neil Hannon, leader carismatico dei Divine Comedy. Già dalla copertina (per altro bellissima e concepita da Claire Burbridge, moglie del pianista ed arrangiatore Joby Talbot) si comprende che molte cose sono cambiate dall’ultimo “Fin de siècle” ad oggi.…

    Read More

  • MANFRED MANN, The Five Faces Of Manfred Mann (EMI, 1964)

    Grandissimo primo capitolo per la seminale band rhythm and blues inglese, la quale prende il nome dal suo barbuto tastierista sudafricano, silenzioso leader di una formazione che presenta come front-man probabilmente il più dotato cantante R&B britannico, Paul Jones. Queste “Cinque Facce Bianche” innamorate di musica nera americana si propongono con un album che si…

    Read More

  • JOHN LENNON, Imagine (EMI Records, 1971)

    L’anno dopo lo scioglimento ufficiale dei Beatles, Lennon pubblica il suo album più famoso, trascinato dalla melodia immortale della title-track (coronata in vari sondaggi di fine secolo come più bella canzone del ‘900…sondaggi a parte, è decisamente un pezzo splendido, speranzoso e tollerante, direi la sublimaziome massima del vecchio spirito Sixties e di una stagione…

    Read More

  • THE BEATLES, 1 (EMI Parlophone, 2000)

    L’ennesima antologia celebrativa del mito dei Fab Four si può analizzare sotto due diversi punti di vista. Il primo, chiamiamolo pedagogico, è quello che mira a sottolineare l’importanza culturale dell’avvenimento, teso a rinnovare e rinverdire l’interesse verso uno dei più grandi fenomeni della storia della musica. Un recente sondaggio effettuato in Inghilterra presso fasce giovanili…

    Read More

  • DEEP PURPLE, Made in Japan (EMI, 1972)

    Senza ombra di dubbio, il più famoso disco di hard rock mai realizzato. Le sette canzoni presenti nell’originario doppio album, registrate tra il 15 ed il 17 Agosto 1972 ad Osaka e Tokyo, fanno parte ormai di un bagaglio generazionale, come il Subbuteo e la Nutella. Credo che in ogni nucleo familiare ci sia una…

    Read More

  • GEORGE HARRISON, Wonderwall Music (EMI, 1968)

    Il primo disco solista del chitarrista dei Beatles è la colonna sonora, pressoché interamente strumentale, per un film, “Wonderwall” appunto, di non molte virtù e corrispondente successo. Il ’68 è l’anno della spedizione in India del quartetto di Liverpool e Harrison si dimostra il più contagiato dalle sonorità e in generale dalla musica di quel…

    Read More

  • HEVIA, No Man’s Land (EMI, 1999)

    La cornamusa è certo strumento legato alla tradizione musicale scozzese, ma non solo: lo è anche, per esempio, delle Asturie spagnole, come ci insegna questo disco. L’autore è José Angel Hevia, asturiano naturalmente. Autentico virtuoso di cornamusa progetta e addirittura costruisce personalmente i suoi strumenti. Per questo suo primo lavoro discografico ha creato una cornamusa…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010