[ di Piero Merola ] George Lewis Jr. sembra uno scarto di magazzino anni ’70. Mulatto, kitsch dentro, con baffetto da gestore di un mini-market off-licence. E invece, dopo aver metabolizzato quintali di Young Marble Giants, Smiths, Echo & The Bunnymen, tira fuori un album che è un piccolo gioiello
[ di Francesco Melis ] Ormai s’è capito. Dave 1 e P-Thugg, le due menti dietro ai Chromeo, sono due personaggi musicalmente fuori dal tempo. “Business Casual” è un mero esercizio di stile, ma anche un perfetto party stile 80s.
[ di Giampaolo Corradini ] Young riesce a rimanere se stesso pur mettendosi nelle mani di un produttore (Daniel Lanois) molto invadente: Lanois ha preso il meglio di Young e ne ha estremizzato le qualità.
[ di Paolo Bardelli ] Un progetto nato tra Ferrara e Mantova, un rock potente ed intricato vago parente dei Queens Of The Stone Age (o, meglio, Fugazi), un lottare continuo con quel piattume territoriale dove si fa fatica a scorgere un monte in lontananza.
[ di Nicola Guerra ] Il combo di musicisti in questione viene da Brooklyn e propone una miscela strumentale di afro-funk iniettato di jazz che si regge sui fiati di eccezionali musicisti resi tali da una incessante attività live.
[ di Matteo Ghilardi ] Rispetto al disco l’esecuzione di Grinderman dal vivo è molto furiosa, straordinariamente caotica, una disperata rincorsa di scariche elettriche, violini impazziti, urla e il continuo sentore d’amore, di morte, di poesia e di volgare carica sessuale. E stasera si ripete a Roma.
[ di Francesco Melis ] La musica dei Crocodiles vive su atmosfere sulfuree, melodie vocali, un’incisiva sezione rimica, feedback e ruvide impennate punk. Niente di nuovo, ma un ottimo prodotto.
[ di Lorenzo Centini ] David Sitek dei Tv On The Radio si concede un disco sotto la propria responsabilità a nome Maximum Balloon, realizzandolo con l’aiuto di una schiera di amici invidiabile. Obiettivo dichiarato: affermare la propria presenza nel campo del ri-aggiornamento del soul-funk.
[ di Lorenzo Centini ] Il combo romano, per fortuna ancora fedele al copyleft, rimane ancorato ad una riproposizione degli schemi di cantautorato, folk e patchanka senza nessun segnale diverso. Ma siamo sempre e solo “noi” che lottiamo senza paura e crediamo in un mondo diverso e migliore?
[ di Simone Dotto ] Sono ormai vent’anni che Adrian “Tricky” Thaws mette mano alle musiche altrui per smontarle e poi rimontarle a modo suo. “Mixed race” avrebbe dovuto diventare la sua confessione matura e definitiva, e invece…