E’ giusto affidarsi alla prima impressione con le persone? E nella musica?
E’ ora delle classifiche personalissime degli scribacchini kalporziani. Si inizia con Francesco Giordani: innamorato di Anna Calvi, Brent Cash e Josh T. Pearson, agghiacciato dai Coldplay. E molto altro ancora.
[ di Francesco Giordani ] Nulla da eccepire: disco consigliato, per un’Italia in cui ogni tanto (ma non troppo spesso) è ancora lecito confessare di barrare la parola “pop” dentro l’urna del gusto.
Le migliori uscite internazionali, nazionali, le segnalazioni sparse e anche i peggiori del 2010 secondo Francesco Giordani.
[ di Francesco Giordani, Federico Spadini, Enrico Zoi ] Un equilibrio ormai perfezionato tra la grezza indole southern e le grandi produzioni da stadio, il tutto (e sarà questo il vero miracolo?) sapientemente propinato da un gruppo di giovani virgulti ancora nel fiore dei loro verdi anni.
[ di Francesco Giordani ] Il trio italo-francese The Very Short Shorts esplora i territori già dissodati con meritato successo dagli ormai famosi Calibro 35, realizzando una deliziosa raccolta di quindici ondivaghi brani strumentali, il cui spirito complessivo viene ben sintetizzato dal programmatico titolo del disco.
[ di Francesco Giordani ] Il gruppo romano Spiritual Front approda una ad una nuova fase della propria maturità espressiva, contrassegnata da una maggiore caratterizzazione pop e “classica” di melodie ed arrangiamenti.
[ di Francesco Giordani ] Non poteva che piovere a dirotto, su Roma e forse su tutto il mondo, quel giovedì di inizio Dicembre in cui i Massimo Volume sono finalmente tornati, attesissimi e desiderati come pochi altri, nella capitale per raccontare il nuovo corso delle nostre cattive abitudini.
[ di Francesco Giordani ] Un composito immaginario new-wave di inizio anni Ottanta che la band varesina ha assimilato attraverso le derivazioni postmoderne dei più recenti act britannici legati al revival post-punk. Un ep che ci si sente di raccomandare.
[ di Francesco Giordani ] Se siete allergici al romanticismo al polietilene non riciclabile di Alphaville, Erasure, Soft Cell o Pet Shop Boys, meglio restarsene rigorosamente alla larga. Tutti gli altri troveranno invece un gruppo dotato di una fantasia non certo sconfinata ma dalle grandi doti manieriste.