• YUPPIE FLU, Fragile Forest (Homesleep, 2008)

    A poco è servita la coraggiosa scelta di una band non certamente da disco di platino, la prima in Italia, di lanciare alla Radiohead il nuovo disco con un download a offerta libera sul proprio sito, perché di loro non si parla mai. E quando se ne parla si continua a identificarli come la promessa…

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  • SHOUT OUT LOUDS, Our Ill Wills (Homesleep / Audioglobe, 2008)

    Se il termine indiepop avesse ancora un significato (ammesso che l’abbia mai avuto…) e dovesse pure aver bisogno di qualche disco per esemplificarne la definizione, risparmiando circa quattrocento battute di metafore prive di significato e sforzi dialettici fatti di improbabili voli pindarici, ebbene uno di quei dischi potrebbe essere “Our Ill Wills”, seconda uscita degli…

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  • AMOR FOU, La stagione del cannibale (Homesleep / Audioglobe, 2007)

    Quando Homesleep pubblica un disco cantato in italiano, allora quasi sicuramente si tratta di un piccolo evento. Nella storia dell’etichetta bolognese è accaduto solo due volte: la prima per il ritorno alla musica di Emidio Clementi (e chissà se gli El~Muniria torneranno, o il senso del loro esistere si è esaurito con il racconto di…

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  • PIANO MAGIC, Part Monster (Homesleep, 2007)

    La storia della musica è piena di misteri. Dilemmi mai risolti. Enigmi inspiegabili. Scoperte inaspettate. Contraddizioni insolute. Con le dovute proporzioni i Piano Magic rientrano senza difficoltà in fenomeni di questo genere. Protagonisti passati sotto silenzio dell’underground inglese capaci di venir fuori dal 1997 con ben nove lp, svariati mini-cd, ep e singoli, in una…

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  • GIARDINI DI MIRO’, Dividing Opinions (Homesleep / Audioglobe, 2007)

    Alla Homesleep piace stupire e iniziare l’anno nel migliore dei modi. Sono già due anni che il rituale si ripete. Il 2006 era iniziato sotto il segno dei Julie’s Haircut, autori di uno dei migliori dischi – se non il migliore – dell’underground italiano degli ultimi tempi. Ora tocca ai Giardini di Mirò, storico nome…

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  • THE IAN FAYS, The Damon Lessons (Homesleep / Audioglobe, 2006)

    Che fine ha fatto l’appartamento parigino di Bianca e Sierra Casady, ora che Coco e Rosie sono impegnate a girovagare per il mondo con il loro bagaglio fatto di giocattoli e folk onirico? A volte gli appassionati di musica si fanno domande stupide, ma immaginare cose irreali è il bello del gioco, e davvero non…

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  • CUT, A Different Beat (Homesleep / Audioglobe, 2006)

    Un’altra band di profughi Gammapop approdata ad Homesleep. Dopo i Julie’s Haircut infatti, anche i Cut giungono all’isola felice dell’etichetta bolognese per riaccendere la luce del loro ruvido & viscerale r’n’r una manciata di anni dopo quel “Bare Bones” che ne espresse le potenzialità. “A Different Beat” è un viaggio a tutta velocità nel blues…

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  • JULIE’S HAIRCUT, After Dark, My Sweet (Homesleep / Audioglobe, 2006)

    Chiunque abbia ascoltato “After dark, my sweet”, il quarto album dei Julie’s Haircut, usa soprattutto una parola per definirlo: “coraggioso”. Spariscono i ritornelli a presa rapida sotto colate di improvvisazioni spacey, le voci scompaiono sotto vortici strumentali, le strutture pop vengono totalmente ignorate; ci vuole coraggio per abbandonare tutto quello che una band sa fare…

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  • ANT, Footprints Through The Snow (Homesleep / Audioglobe, 2006)

    Quello che colpisce immediatamente nell’ascoltare “Footprints Through The Snow” è la capacità di scrittura di Ant. Una scrittura pop semplice, inattaccabile, talmente immediata da sembrare quasi buttata lì. E invece non bisogna compiere l’errore – possibile – di liquidare il cd di Anthony Harding come un’accozzaglia di idee mezze abbozzate, di sottrazione per necessità, di…

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  • AUSTIN LACE, Easy To Cook (Homesleep / Audioglobe, 2005)

    Il bello dei festival europei è la possibilità di conoscere gruppetti sconosciuti per poi bullarsi con gli amici del campetto quando questi arrivano in Italia scovati dalla solita etichetta di grido. Tra i soliti ignoti del Benicàssim 2005, gli Austin Lace erano quelli che più mi avevano impressionato. Un indie-pop primaverile che spruzzava felicità e…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010