Da oltre trent’anni il Regno del Re Cremisi attraversa i lustri senza conoscere battute di arresto. Innumerevoli e valorosi “cavalieri” si sono succeduti per sostenere la causa di Sua Maestà Fripp, il quale ha sempre ottenuto il meglio dai propri collaboratori. “Lark’s Tongues in Aspic” apre una delle stagioni sicuramente più interessanti della produzione dei…
Lunga vita a questi Dei Fiamminghi, i quali di questo passo si vedranno prestissimo consacrare al loro culto un altare pagano, dovuto ringraziamento da parte dei loro numerosi proseliti terrestri per la Manna di Note ricevuta in questi anni. “The Ideal Crash” è, come potrete immaginare, un grande album, il quale si distingue dai precedenti…
Nell’ottobre del 1969 esce il primo disco dei “Re Cremisi”, subito eletto capolavoro del progressive rock. Atmosfere surreali, lunghe ed estenuanti composizioni dalle strane ed insolite architetture e testi complessi curati dal membro esterno del gruppo, Pete Sinfield, sono i punti forti del gruppo. Fatto davvero impressionante è come l’album non sia affatto invecchiato; i…
Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo.
Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi)Le puntate precedentiBack To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla piùBack To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta VegaBack To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom YorkeBack To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89)Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare l'esperienza di navigazione e per inviare pubblicità in linea con le tue preferenze. Continuando la navigazione acconsenti all’uso dei cookie.OkRifiutaPrivacy policy
Puoi revocare il tuo consenso in qualsiasi momento utilizzando il pulsante Revoca il consenso.revocare il consenso