• CIRCLESQUARE, Songs About Dancing And Drugs (!K7 / Audioglobe, 2009)

    “Songs About Dancing And Drugs” è un album cupo, crepuscolare e, soprattutto, come promette il titolo, fatto di canzoni. Jeremy Shaw aka Circlesquare riesce a dare l’impressione di mettere molto di personale in questi otto brani, alternando un approccio piuttosto cantautorale a quell’eclettismo indie – elettronico tipico di molte uscite della K7. Un album, questo,…

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  • THE RAPTURE, Tapes (!K7 / Audioglobe, 2008)

    The Rapture in consolle per compilare e mixare, peraltro discretamente, una session che partendo da sonorità funky e hip hop stile Wild Bunch, si sposta, nel suo incedere, verso l’house, coprendo una trentina d’anni di musica da party dalla fine dei ’70 ad oggi. Il suono è quello dell’underground newyorkese, inteso sia come incontro di…

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  • BOMB THE BASS, Future Chaos (K7 / Audioglobe, 2008)

    Il leggendario dj e produttore inglese Tim Simenon aka Bomb the bass ritorna dopo anni d’assenza sul mercato con un nuovo lavoro intitolato “Future Chaos”. Il grande pioniere della musica dance (famoso per le sue collaborazioni con i Depeche Mode, i suoi bollenti dj set ad Amsterdam o a Londra e per la simpatica reputazione…

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  • QUIET VILLAGE, Silent Movie (!K7 / Audioglobe, 2008)

    Matt Edwards (Radio Slave, Rekid) con Joel Martin condivide il progetto Quiet Village. Inseme cucinano un’ora di easy-listening, campionamenti, rilassatezze. “Silent Movie” è un album che si muove lungo coordinate lounge/downtempo, profondamente ispirato dalle colonne sonore dei film italiani degli anni ’60 e ’70, nel quale sono presenti gusto elettronico e uno sterminato bagaglio di…

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  • CARL CRAIG, Sessions (!K7 / Audioglobe, 2008)

    Qualsiasi retrospettiva si possa progettare e compilare sulle produzioni di Carl Craig non può che comprendere frammenti di storia. In “Sessions”, apoteosi autoreferanziale, possiamo riscoprire il talento e il tocco del produttore di Detroit. In quasi venti anni di carriera Craig è stato testimone di tutte le evoluzioni più significative che hanno coinvolto le diverse…

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  • AA.VV., Disco Not Disco (Post Punk, Electro & Leftfield Disco Classics 1974-1986) (Strut / !K7 / Audioglobe, 2008)

    Mettere su questa compilation, nata con l’intento – evidente fin dal titolo – di riprendere delle chicche nascoste con piglio disco che il tempo ha galantemente rivalutato, mi fa venire in mente un pensiero, non troppo intelligente a dire il vero: quanta musica se ne passa e va senza lasciare traccia. Non è un giudizio…

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  • EWAN PEARSON, Piece Work (!K7 / Audioglobe, 2007)

    In “Piece Work” ritroviamo alcune delle tappe della carriera di un produttore, Ewan Pearson, capace di interpretare sempre in maniera personale i diversi stili dell’elettronica. Non a caso nei 2 cd possiamo incontrare Seelenluft, The Chemical Brothers, Goldfrapp, Röyksopp e Playgroup, Alter Ego, Pet Shop Boys, Rapture e Depeche Mode. Ovviamente una schiera di nomi…

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  • COBBLESTONE JAZZ, 23 Seconds (!K7 / Audioglobe, 2007)

    Tyger Dhula, Danuel Tate e Mathew Jonson presentano “23 Seconds”, qualcosa di più di un intreccio tra techno e atmosfere jazzate. Il carattere peculiare del loro lavoro risiede certamente nell’applicazione dei canoni tipici di un certo suono minimal a contesti sospesi tra jazz e virtuosismo elettronico. Il risultato di tutto non è altro che l’evoluzione…

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  • HENRIK SCHWARZ, Live (!K7 / Audioglobe, 2007)

    Henrik Schwarz confeziona un catalogo di assaggi di quelle che sono le numerose serate che ha inanellato negli ultimi tempi. Dopo l’uscita nel 2006 del capitolo della serie “Dj-Kicks” da lui curato, questo nuovo lavoro, frutto dell’assemblaggio di frammenti scelti tra le registrazioni di diverse esibizioni, suona subito come qualcosa di corposo e ricco di…

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  • MICHAEL FAKESCH, Dos (!K7 / Audioglobe, 2007)

    Chiuso il capitolo Funkstörung Michael Fakesch cambia compagno e si presenta con un nuovo lavoro. “Dos”, album scaturito dalla collaborazione con il vocalist Taprikk Sweezee, suona molto vicino all’ultimo Prince di “3121”. Anche a sforzarsi per non farsi scappare un simile paragone è quasi impossibile sfuggire all’impressione che ci regalano le prime battute di “Escalate”.…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010