• JESSICA BAILIFF, Feels Like Home (Kranky, 2006)

    Siamo dalle parti di un sogno ad occhi aperti. Una di quelle giornate dove il sole è freddo e la nebbia si tocca con le dita. Un’esperienza quasi extra-corporea, non un semplice insieme di canzoni. Non la solita cantautrice folk. Non la solita copia un po’ alternativa di Bjork. Se prendessimo Emiliana Torrini e le…

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  • DADAMAH, This Is Not A Dream (Kranky, 1992)

    L’ascoltatore ignaro che capitasse, per volontà del fato, a orecchie aperte sulle undici tracce che compongono “This Is Not a Dream” dei Dadamah, potrebbe facilmente incappare nell’errore di considerare questo lavoro capitale della musica contemporanea una perla solitaria. In realtà alle spalle del progetto Dadamah risiede il genio di Roy Montgomery che, oltre a una…

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  • GODSPEED YOU BLACK EMPEROR!, Levez Vos Skinny Fists Like Antennas to Heaven (Kranky, 2000)

    A distanza di due anni dal mini “Slow Riot for New Zero Kanada”, uno dei nomi più prolifici del panorama post-rock torna sulla scena con un album monumentale che ne sintetizza tutte le principali caratteristiche. I Godspeed hanno saputo costruire la triste ed allo stesso tempo splendida colonna sonora alla decadenza urbana ed al collasso…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010