• PAVEMENT, Crooked Rain, Crooked Rain (Matador, 1994)

    C’è una piccola magia che sta giusto nei primi secondi di “Crooked Rain, Crooked Rain”. Mentre le chitarre indugiano in rumori che sembrano non avere alcuna direzione, ascoltando con attenzione si riesce a sentire la voce lontana di Stephen Malkmus che rivolta a Spiral Stairs dice “Watch that Scott”. Da quel momento ecco sopraggiungere gli…

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  • PAVEMENT, Slanted and Enchanted (Matador, 1992)

    Obliquo ed incantato. Il segreto del disco d’esordio dei Pavement è tutto racchiuso nel suo titolo. Perché se è vero che “Slanted and Enchanted” contiene l’urgenza e l’innocenza che contraddistinguono le opere prime, non mancano l’ironia, i brani sghembi e i testi bizzarri che conquisteranno ai Pavement tanti estimatori. La genesi del disco merita di…

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  • CAT POWER, You Are Free (Matador, 2003)

    Il ritorno di Chan Marshall, in arte Cat Power, arriva cinque anni dopo “Moon Pix”, l’ultimo disco che conteneva canzoni scritte di suo pugno. In mezzo c’era stato “The Covers Record”, che come si intuisce dal il titolo conteneva le sue interpretazioni di brani firmati da Bob Dylan, Rolling Stones, Smog e tanti altri. C’era…

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  • CORNELIUS, Point (Matador Records, 2002)

    D’accordo, non avremo canzoni da fischiettare mentre si passeggia, ma cosa abbiamo avuto in cambio? Fantasia, originalità, intuizioni sparse. Questo è ciò che ci regala “Point”, il nuovo disco di Cornelius, al secolo Keygo Oyamada. Questo folletto giapponese ha già avuto modo di imporsi nelle sale di registrazione di tutto il mondo come il “Phil…

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  • MARK EITZEL, The Invisible Man (Matador Records, 2001)

    Quando c’è di mezzo Mark Eitzel si finisce in modo inevitabile per parlare di tutte quelle cose che incontriamo nella nostra vita, aspettative non realizzate, piccole o grandi delusioni. Perché lui, Mark Eitzel, prima con gli American Music Club e da qualche tempo in proprio, ha raccolto parecchi complimenti dalla critica, una quantità notevole di…

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  • UNWOUND, Leaves Turn Inside You (Matador Records, 2001)

    Quando vi affezionate a qualcuno e lo vedete crescere insieme a voi, è una vera gioia riscoprire il suo splendore. Così accade con gli Unwound, una carriera lunga quasi dieci anni come gruppo di culto, costruita frequentando i sotterranei della musica americana, che adesso raccolgono i frutti di tanto lavoro. Lo fanno con un disco…

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  • PIZZICATO FIVE, Fifth Release From Matador (Matador/DNA, 2000)

    I Pizzicato Five crescono e la musica pop con loro. La musica di questo vulcanico duo giapponese possiede il raro dono della melodia e quella raffinatezza e quel gusto che evidentemente impedisce di raggiungere le grandi masse. “Fifth Release From Matador” è un album sicuramente più maturo, o forse semplicemente (spero di non essere accusato…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010