• THE CURE, PalaSharp, Milano, 2 marzo 2008

    Vedere i Cure adesso è come aprire il diario di 2a media. E proprio ora che l’ho detto sono andato davvero a tirarli fuori, quei diari, e nel retrocopertina di quello di 5a superiore c’ho trovato proprio due cartoline di Robert Smith. Aprire l’album dei ricordi, dunque. E a volte questo è un qualcosa che…

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  • AIR, Alcatraz, Milano, 25 marzo 2007

    Questo report live è perfettamente inutile. Che senso ha scrivere di qualcosa che è piaciuto, e piaciuto molto? Boh, facciamo in modo che serva e diamoci da fare per essere almeno un po’ critici. Che poi in effetti qualcosa da appuntare c’è, e c’è eccome e l’hanno notata tutti. Alla fine tireremo le somme. All’Alcatraz…

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  • Bright Eyes, Transilvania Live (Milano) (6 marzo 2005)

    Le notizie del sold-out per la data italiana dei Mars Volta – lo stesso giorno, alla stessa ora, nella stessa città… stessa organizzazione tra l’altro – facevano pensare ad un Transilvania semi-deserto, il che avrebbe fatto esaltare maggiormente l’arredamento mansoniano del locale. Così invece non è stato, non lo possiamo certo definire il pubblico delle…

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  • Belle and Sebastian, Rolling Stone (Milano) (17 marzo 2004)

    Partiamo dalle poche note stonate. Per prima cosa l’acustica del Rolling Stone non è sembrata impeccabile, né il locale milanese, stipato fino all’inverosimile dal pubblico, è parso il luogo ideale per accogliere Belle & Sebastian. Il secondo rammarico è per le canzoni che mancano all’appello. “She’s Losing It” innanzitutto, giusto accennata da Stuart Murdoch e poi…

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  • Calexico, Milano (Alcatraz) (17 aprile 2003)

    Si può suonare musica allegra e vivace ma profonda? E’ possibile farlo bene, anzi, alla grande, anche dal vivo? Si può far musica per far ballare una coppia che, un momento sta guardando il “Grande Fratello”, e un momento dopo è al concerto e contemporaneamente accontentare i critici e coloro che sono stanchi della solita…

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  • Blur, Palalido (Milano) (12 marzo 1996)

    E’ strano ripensare adesso a un concerto così lontano. Era il 1996, si era in piena esplosione brit-pop e Oasis e Blur giocavano a fare i Beatles e i Rolling Stones.Con il tempo poi le cose sono cambiate, il gruppo di Damon Albarn ha preso giustamente altre strade e ha sperimentato altri suoni. I fratelli…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010