• ONEIDA, Anthem of the Moon (Jagjaguwar, 2001)

    Se “Come On Everybody Let’s Rock” risultava a conti fatti come l’estremo omaggio degli Oneida al rock puro, “Anthem of the Moon” (registrato, come specificato nel libretto, non in uno studio, ma “in the stones”) si pone come il punto di svolta, il raggiungimento definitivo della maturità compositiva. La band si riaffaccia ancora dalle parti…

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  • ONEIDA, Come on Everybody Let’s Rock (Jagjaguwar, 2000)

    “Come On Everybody Let’s Rock”, secondo episodio ad uscire per la Jugjaguwar (e ad appena una settimana di distanza dall’EP “Steel Rod”) inizia a mostrare in pieno il vero volto degli Oneida: viene portato all’eccesso il lato ossessivo dei suoni, i riverberi acquistano una maturità e una consapevolezza fino ad allora parzialmente incompiuta, si gioca…

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  • ONEIDA, Steel Rod (EP, Jagjaguwar, 2000)

    Il primo lavoro degli Oneida ad uscire direttamente sotto l’etichetta Jagjugawar è un EP contenente cinque brani, che anticipa di una settimana la pubblicazione di “Come On Everybody Let’s Rock”: ennesima dimostrazione della vivacità creativa del quartetto. Si nota, rispetto al precedente “Enemy Hogs”, una maggior libertà artistica, esplicitata fin dal brano di apertura, “XXY”,…

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  • ONEIDA, Enemy Hogs (Turnbuckle, 1999 – Jagjaguwar, 2001)

    Leggendo la discografia degli Oneida vi imbatterete, come primo nome, in questo “Enemy Hogs”. E’ giusto precisare che il vero e proprio esordio della band risale al 1997, fu inciso per la Turnbuckle Records e si intitola “A Place Called El Shaddai’s”: quando il materiale della band fu acquistato dalla Jagjaguwar – label che produce,…

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  • Oneida + Cat Power, La Palma (Roma) (19 maggio 2003)

    Serata da ricordare questa del 19 maggio del 2003: gli Oneida e Cat Power sul palco, di seguito, occasione irripetibile per i musicofili romani. La folla riunitasi a La Palma per assistere all’evento è sostanziosa; niente di paragonabile all’oceano umano che ha invaso la capitale solo pochi giorni fa, prima per l’appuntamento del Primo Maggio…

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  • ONEIDA, Each One Teach One (2CD, Jagjaguwar, 2002)

    Gli Oneida sono un quartetto di New York, e questo “Each One Teach One” è il loro quarto lavoro, diviso in due cd. Il primo cd è composto solo da due pezzi, “Sheets of Easter” e “Antibiotics”, per la durata totale di mezz’ora di musica; mezz’ora di grandissima musica. Due parole mormorate ed ecco partire…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010