• PAOLO CONTE, Appunti di viaggio (RCA, 1982)

    Eccezionale. Il rischio di ripetersi è praticamente una realtà, ma le creazioni di Conte sono ormai talmente livellate verso una stratosfera qualitativa che non si riesce a trovare aggettivi adatti per spiegarle e descriverle. Le otto tracce di “Appunti di viaggio” sono autentiche meraviglie sonoro-letterarie ed alcune tra loro diventeranno degli autentici must nei sempre…

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  • PAOLO CONTE, Un gelato al limon (RCA, 1979)

    Quattro anni di attesa e di riflessione portano all’uscita di “Un gelato al limon”, il quale sarà il primo lato di un ideale triangolo formato con i successivi “Paris Milonga” e “Appunti di viaggio”. Questi tre albums sembrano infatti rivelare una prima importante maturità dell’artista, il quale mantiene sempre un certo gusto provinciale nel dipanare…

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  • PAOLO CONTE, Paolo Conte (RCA, 1975)

    Intitolato come il precedente, “Paolo Conte” ne è anche l’ideale prosecuzione. L’humus prettamente provinciale, un po’ demodé, impregna la totalità delle composizioni. Spesso sembra di stare dentro in uno di quei meravigliosi e dimenticati film con Ugo Tognazzi, storie di commissari sfigati, di perditempo, di cacciatori di sottane, di imprenditori delusi e pentiti. La fisarmonica…

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  • PAOLO CONTE, Paolo Conte (RCA, 1974)

    L’esordio discografico di Paolo Conte avviene a metà degli anni ’70, alla rispettabile età di 37 anni. L’unicità del percorso artistico ed umano del Nostro si potrebbe cominciare a misurare già da questo piccolo indizio. Da sempre riottoso ad esporsi in pubblico, poco convinto delle proprie capacità vocali, Conte è già da un decennio responsabile…

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  • PAOLO CONTE, Razmataz (CDG East West, 2000)

    L’interminabile sabato del villaggio è finalmente finito. A differenza di quella del Leopardi, la nostra domenica mantiene tutte le promesse di un’attesa dolce e sempre più impaziente. A distanza di cinque anni dall’ultimo “Una faccia in prestito”, dopo centinaia di serate spese in giro per il mondo con una band sempre più rodata e fidata,…

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  • PAOLO CONTE, Paris, Milonga (RCA, 1981)

    L’Avvocato di Asti apre il decennio con un capolavoro, geniale prosecuzione e rifinitura del precedente “Un gelato al limon”. L’uso dell’orchestra prende sempre più piede, colorando le canzoni di un’irresistibile patina jazz e swing. Ormai Conte è interprete di un “genere non genere”, che trascende qualsiasi definizione restrittiva. Il Grande Sornione è un catalizzatore di…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010