• FRANKLIN DELANO, Like A Smoking Gun In Front Of Me (Madcap Collective, 2005)

    De tempo si va configurando una nuova linea di pensiero: il più grande nemico del rock italiano è il rock italiano stesso. Sì perché stiamo tutti qui a lamentarci di quanto poco la nostra musica sia considerata all’estero e di quanto siamo considerati l’ultima ruota del carro e nel frattempo non ci accorgiamo di certe…

    Read More

  • KHONNOR, Handwriting (Type, 2004)

    Khonnor è l’ennesimo pseudonimo adottato da un One Man Band. Dietro questo moniker si cela Connor Kirby, diciassettenne statunitense; sì, avete letto bene, diciassettenne. La precocità sta diventando tratto distintivo del cantautorato contemporaneo – basti pensare al genio polimorfo di Patrick Wolf, che ha iniziato ad incidere a undici anni in beata solitudine – e…

    Read More

  • FRANK BLACK, Frank Black Francis (2CD, Cooking Vinyl, 2004)

    “FrankBlackFrancis”, ovvero il presente (passato recente?) che si riappropria del passato storico e lo rilegge, o forse semplicemente lo rivive senza disconoscere l’originale. Ma facendone conoscere i prodromi: l’intento di svelare i retroscena del suono dei Pixies era apparso già chiaro con l’uscita, sempre su Cooking Vinyl, dei cosiddetti “Purple Tapes”, le registrazioni che spinsero…

    Read More

  • FRANCK BLACK, Frank Black Francis (2CD, Cooking Vinyl, 2004)

    “FrankBlackFrancis”, ovvero il presente (passato recente?) che si riappropria del passato storico e lo rilegge, o forse semplicemente lo rivive senza disconoscere l’originale. Ma facendone conoscere i prodromi: l’intento di svelare i retroscena del suono dei Pixies era apparso già chiaro con l’uscita, sempre su Cooking Vinyl, dei cosiddetti “Purple Tapes”, le registrazioni che spinsero…

    Read More

  • BOREDOMS, Seadrun/House of Sun (Warner Japan, 2004)

    Yoshimi vocalizza a più non posso, senza darsi direttive definite, prima di lanciarsi in una nota prolungata che diviene la rampa di lancio per una percussione ritmica complessa, tribale, convulsa ed estremamente sovrapposta tra tamburi, piatti e tintinnii. Mentre la musica sembra tendersi nell’accelerazione continua e spasmodica verso un’esplosione catartica e vagamente jazzata la voce…

    Read More

  • VALENTINA DORME, Maledetti i pettirossi (La Spina Editrice / Fosbury Records, 2004)

    Un quaderno rosso, che dà un calore strano, sa di poesia scritta a mano, artigianale, lontana da clamori e capace di parlarti da vicino. A ben pensarci, anche le canzoni dei Valentina Dorme comunicano gli stessi umori: questo libretto, stampato in sole centocinquanta copie numerate e non reperibile nei negozi (lo trovate su www.fosburyrecords.org), raccoglie…

    Read More

  • COMETS ON FIRE, Blue Cathedral (Sub Pop, 2004)

    La Sub Pop si è dimostrata non poco lungimirante nel far esordire per la loro label i Comets On Fire reduci dall’avventura Ba Da Bing dell’ottimo “Field Recordings From The Sun” e dall’esordio omonimo autoprodotto e poi ricomprato e messo in circolo dall’Alternative Tentacles. La casa di produzione di Seattle, da sempre citata quando si…

    Read More

  • ARCADE FIRE, Funeral (Rough Trade, 2005)

    Ecco un altro disco che arriva dal Canada, con un po’ di ritardo. Come è già successo a “You Forgot It In People” dei Broken Social Scene, l’esordio degli Arcade Fire arriva qualche mese dopo da noi e rischia di ripercorrerne i passi. Non in senso strettamente musicale, perché lì le distanze sono piuttosto marcate.…

    Read More

  • NON VOGLIO CHE CLARA, Hotel Tivoli (Aiuola Dischi / Self, 2004)

    Ci sono dischi che sono capaci di fermare il tempo. Una banalità? Non se riferita ai Non voglio che Clara, gruppo bellunese il cui debutto si è fatto aspettare per troppo tempo. Ora che l’abbiamo finalmente tra le mani, è come essere portati indietro negli anni: le tv piccole sul mobiletto trasmettono in bianco e…

    Read More

  • THE GO! TEAM, Thunder, Lightning, Strike (Memphis Industries, 2004)

    Fortunatamente escono ancora dischi come “Thunder, Lightning, Strike”, altrimenti la musica rischierebbe di essere una vera noia. L’esordio dei The Go! Team da Brighton, è il perfetto antidoto alla seriosità, un invito a lasciarsi coinvolgere dal ritmo e dalla musica. Quello che suonano non è così semplice da descrivere, visto che in questi undici brani…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010