• CESARE BASILE, Gran calavera elettrica (Mescal / Sony, 2003)

    Ci sono giorni dove il cielo è buio, la pioggia tarda a cadere ma tu sai comunque che arriverà, e che niente potrà squarciare le nuvole. Ecco, questo disco assomiglia a quei cieli. Questo è il suono che hai in testa quando ti rendi conto che tutto va male, e che non puoi essere consolato.…

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  • MATMOS, The Civil War (Matador / Self, 2003)

    L’era Bush, con la sua inarrestabile corsa al disarmo dei suoi nemici tramite il tentativo di distruzione di intere civiltà e di culture sta avendo i suoi riflessi anche nei campi artistici, nel cinema (e lo si è visto all’ultima Mostra di Venezia), nell’arte moderna (e anche qui se n’è avuta bella mostra alla recente…

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  • EL GUAPO, Fake French (Dischord, 2003)

    Dopo più di un decennio sembra finalmente che la scena musicale sia pronta per uscire dal cono d’ombra che fu creato con perizia dal cosiddetto post-rock: in quel calderone critico furono spedite tutte – o quasi – le migliori intuizioni del decennio creando una coperta di confusione difficile da sollevare, e di fatto soffocando le…

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  • THE RADIO DEPT., Lesser Matters (Labrador, 2003)

    Lasciarsi stupire dalle avanguardie sonore più disparate, godere nella scoperta di anfratti musicali inesplorati e frastagliati, fondere il proprio udito nelle reiterazioni ansiogene di sperimentazioni ardite possiede in sé un fascino unico, a tratti quasi perverso, realmente difficile da narrare. Allo stesso modo è quasi impossibile sviscerare le sensazioni che provoca l’ascolto estatico di una…

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  • BJORK, Debut (Mother Records/ One little Indian, 1993)

    Partiamo da un luogo comune: Björk è un’aliena. Considerazione stupida e abusata, ma non per questo meno vera. Artista che si ama o che si odia, ma nessuno può evitare di riconoscerle una sensibilità non comune. E se anche aliena non fosse, sarebbe una divertente chiave di lettura per questo “Debut” (titolo quantomeno singolare per…

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  • URSA MINOR, Silent Moving Picture (Smells like records / Wide, 2003)

    “Silent moving picture” continua a girare sul mio stereo da un paio di settimane, e sta diventando difficile staccarsi da questa bellissima sorpresa, da canzoni scarne che sanno accarezzarti, per poi colpirti duro subito dopo. Trame morbide, un piano Rhodes su cui si appoggiano la maggior parte delle canzoni, una sezione ritmica concreta ma mai…

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  • JOHNNY CASH, American Recordings IV: The Man Comes Around (Universal, 2002)

    Questa è, purtroppo, una recensione postuma. E nulla potrà cancellare il colpevole ritardo con cui l’ultimo (oramai per sempre) lavoro di Johnny Cash approda sulle pagine di questa rivista musicale. Nelle ore che hanno seguito la notizia della morte di Cash mi sono chiesto quale poteva essere il modo migliore per ricordare questo eccezionale artista;…

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  • Quicksand/Rattlesnakes (Thrill Jokey, 2003)

    Tim Rutili è uno di quei personaggi che la musica americana ha finito ingiustamente per relegare nell’ombra. Nessuna grande attenzione da parte del pubblico per le sue creature, i Red Red Meat prima e, da qualche tempo a questa parte, i Califone, che possono già vantare una cospicua discografia dopo soltanto cinque anni di attività.…

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  • ROBERT FRIPP, Exposure (E.G. Records, 1979)

    Quando, nel 1979, Robert Fripp ebbe finalmente il piacere di vedere pubblicato questo suo “Exposure”, uno dei tasselli della trilogia M.O.R. (Mass Oriented Rock) insieme a “Peter Gabriel II” dell’ex Genesis e “Sacred Songs” di Daryl Hall, si trovava nel bel mezzo di una guerra – concettuale e non solo – nei confronti dell’industria discografica…

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  • DAVID SYLVIAN, Blemish (Samadhisound, 2003)

    Ancora, dopo l’ennesimo ascolto, non sono riuscito ad eliminare l’inebetita espressione di stupore, logico seguito all’irrompere su un lettore cd del nuovo lavoro di David Sylvian. L’immagine dell’artista che molti hanno in mente è quella del fine esteta capace di sfornare – dopo aver messo la parola fine sull’esperienza Japan – due lavori come “Brilliant…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010