• SLUMBER, Never Been A Girl (Fosbury Records, 2003)

    Il nuovo nome da appuntarsi tra i gruppi indipendenti italiani è quello dei veronesi Slumber, che i più attenti avranno già notato per l’incantevole “Christ of the road” che brillava all’interno della compilation di presentazione della Fosbury Records “Primo Salto”. Una canzone che rimandava a suoni e cadenze di Pavement e Grandaddy e lasciava intravedere…

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  • GERMS, GI (Slash, 1979)

    Los Angeles, California, A.D. 1979: il punk è IL suono. Tra i vari gruppi che danno vita alla fertile scena californiana (X, Circe Jerks, Fear, Black Flag, solo per fare alcuni nomi) fanno la loro apparizione i Germs capitanati da Darby Crash; il loro “GI” ha un effetto devastante sul popolo punk. Quattro tempi di…

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  • RADIOHEAD, “Hail To The Thief” (EMI, 2003)

    I Radiohead rappresentano, ormai da anni, l’incarnazione del mio senso dello stupore: capaci di intraprendere ad ogni album una strada diversa come pochi gruppi sono stati capaci di fare nella storia della musica, capaci di ergersi al di fuori da ogni moda e di dominare con uno sguardo lucido e limpido il panorama circostante. Ciononostante…

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  • XIU XIU, A Promise (5 Rue Christine, 2003)

    Il loro nome è ripreso da un film cinese del 1998, “Xiu Xiu: The Sent Down Girl”, e la loro musica è una rielaborazione di post-punk e dark. Gli Xiu Xiu sono un quartetto californiano, capace di sfornare in appena un anno tre album di ottima fattura; se questo “A Promise” è infatti la conferma…

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  • PERE UBU, The Modern Dance (Blank, 1978/DGC, 1998)

    Un fastidioso fischio industriale apre la “danza moderna” dei Pere Ubu, nome tratto dalla piéce teatrale di Alfred Jarry – autore surrealista – “Ubu Roi” e attitudine musicale che si sposa sia con gli sconvolgimenti musicali in corso (punk e new wave) sia con la tradizione dell’avanguardia sonora. Proprio il fischio già citato al quale…

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  • BLUR, Think Tank (EMI, 2003)

    Copertina: un uomo e una donna si stringono in un tenero abbraccio. Retro copertina: una donna dà il biberon al figlio. Tutto normale, se non fosse che ciascuno indossa uno scafandro da palombaro nel disegno del graffitista Banksy. Tenerezza e claustrofobia, gesti antichi e nuove incomunicabilità sembrano scaturire da questa rappresentazione non certo ottimista dell’uomo…

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  • CAMPER VAN BEETHOVEN, Our Beloved Revolutionary Sweetheart (Virgin, 1988)

    Una buona parte della scena rock indipendente statunitense negli anni ’80 mostra un interessamento particolare per le radici del suono. Si hanno dunque le virate folk dei R.E.M., le pause country dei Replacements, i toni rurali dei Violent Femmes, nuovamente i riflessi folk nei gruppi del cosiddetto Paisley Underground (Rain Parade, Green On Red, Dream…

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  • SPARKS, Kymono My House (Island, 1974)

    In piena esplosione della moda glam-rock (soprattutto nel Regno Unito) assurge agli onori delle cronache musicali la creatura Sparks: in breve tempo “Kimono My House” diventa un classico del genere, grazie ad un’amalgama musicale che ha del sorprendente. Il cantato di Russell Mael, quasi da voce bianca, raggiunge picchi difficilmente immaginabili, gli strumenti che lo…

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  • THE KILLS, Keep On Your Mean Side (Domino, 2003)

    Hanno fatto praticamente tutto da soli i due Kills, VV e Hotel, nomi d’arte di Alison Musshart e Jamie Ince. Tutto quello che sta su questo loro chiacchierato disco d’esordio è stato scritto e suonato dai due. La musica incisa su “Keep on Your Mean Side” lascia pochi equivoci sulle ispirazioni dei Kills. Blues, è…

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  • GIARDINI DI MIRO’, Punk… Not Diet! (Homesleep, 2003)

    E’ la voce di Ronnie Jones a introdurre il nuovo e atteso album dei Giardini di Mirò, “Punk… not diet!”. Poi arrivano gli arpeggi delle chitarre elettriche, le loro ammalianti trame circolari, poi la voce di Alessandro Raina e insieme disegnano un brano magicamente malinconico come “The swimming seasons”. Qui e nel brano successivo, l’altrettanto…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010