• CAROLE KING, Tapestry (Ode/Epic, 1971-1999)

    Un album intimo e raffinato, opera di una cantautrice di grande sensibilità che parla di sentimenti con semplicità e tatto; ma anche una perfetta macchina da classifica, un disco in grado di imporre la propria dittatura sulle radio e fare a pezzi le top ten. Ecco, “Tapestry” di Carole King è tutte e due le…

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  • TOM WAITS, Blood Money (Anti, 2002)

    Due albums del vecchio Tom in un colpo solo…roba da avere un attacco di ansia nel momento fatale di decidere con quale cominciare. Come da regolamento mi sono affidato al giudizio inappellabile del testa o croce, ed in omaggio alla strumentazione vintage del californiano ho usato una moneta da 100 lire del 1969. Come avrete…

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  • TOM WAITS, Alice (Anti, 2002)

    Da quando esordì, nell’ormai lontano 1973, Tom Waits si è cucito addosso una figura fumosa: il suo personaggio è uno di quei vecchi ubriaconi da bettola tanto amati da Charles Bukowski, uno di quei vagabondi persi per le metropoli del sud degli States, come Jack Kerouac e Neal Cassidy. Ma oltre a questo, Tom Waits…

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  • SONIC YOUTH, Daydream Nation (Blast First/Enigma, 1988)

    Ogni gruppo che si rispetti ha dovuto mettere, prima o poi, le mani sul proprio album definitivo, sull’opera che racchiuda in sé tutte le opere precedenti e future: c’è stato l’album omonimo per i Beatles, “Dark Side of the Moon” per i Pink Floyd, “Ok Computer” per i Radiohead ecc. ecc. “Daydream Nation” è l’equivalente…

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  • BADLY DRAWN BOY, About A Boy (XL Recordings, 2002)

    Pensandoci adesso, è chiaro che nessun altro se non Badly Drawn Boy poteva occuparsi della colonna sonora di un film come “About a Boy”, tratto dall’omonimo libro di Nick Honrby. Un po’ perché entrambi attingono a un immaginario comune di libri e, soprattutto, dischi, senza suonare nostalgici. Un po’ perché praticamente nessun altro musicista in…

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  • TOM WAITS, Franks Wild Years (Island, 1987)

    L’Orco ormai non sbaglia un colpo neanche a pagarlo profumatamente. “Franks wild years” (titolo preso da una canzone presente in “Swordfishtrombones”, splendido album uscito quattro anni prima e prototipo della nuova fase dell’artista) ha come sottotitolo “Un operachi romantico in two acts” e nasce come lavoro teatrale scritto insieme alla moglie e musa Kathleen Brennan.…

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  • JIM O’ROURKE, I’m Happy, And I’m Singing, And A 1,2,3,4 (Mego, 2001)

    Se siete annoiati dalla musica che vi circonda, se il vostro ideale è identificabile in un uomo capace sempre e comunque di sorprendervi, correte al primo cd-shop che incontrate e acquistate quest’album di Jim O’Rourke…anzi, meglio ancora, aggiungete un dettaglio: correte al primo cd-shop (o negozio di dischi, come volete chiamarlo) e acquistate in bella…

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  • AFTERHOURS, Quello che non c’è (Mescal, 2002)

    Perplessità: con questo stato d’animo mi ero avvicinato alla data di uscita di questo “Quello che non c’è”, quarto album in studio da quando gli Afterhours cantano in italiano. Perplessità dettate da vari fattori, prima di tutti la dipartita dal gruppo di Xabier Iriondo, da sempre l’anima più distorta della band, a seguire l’inclinazione pop…

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  • GIANT SAND, Cover Magazine (Thrill Jokey, 2002)

    Chissà se questo sarà davvero l’ultimo disco a portare la gloriosa firma dei Giant Sand, come ha lasciato intuire ultimamente l’uomo che li ha inventati, Howe Gelb. Certo sarebbe singolare che proprio nel momento in cui sono usciti da una condizione pressoché anonima, nell’attimo in cui il loro nome è diventato finalmente un punto di…

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  • LULLABY FOR THE WORKING CLASS, Blanket Warm (Bar/None Records, 1996)

    Dietro il rock acustico e commerciale di Dave Matthews e della sua Band esistono realtà molto più piccole e originali. Ne sono un esempio calzante i Lullaby for the Working Class (che nome eccezionale!), frutto del genio di due ragazzini, Ted Stevens (classe 1974, voce e chitarra) e Mike Mogis (1975, chitarra, banjo, mandolino, batteria,…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010