• SONDRE LERCHE, Faces Down (Virgin, 2002)

    La fredda – almeno climaticamente – Norvegia ci ha sovente riservato piacevolissime sorprese negli ultimi anni. Da quella scena vichinga sono venuti in superficie gli straordinari estri multigenere dei Motorpsycho di Trondheim e le delicate atmosfere Simon & Garfunkel oriented dei più recenti Kings of Convenience di Bergen. Proprio dalla splendida vecchia città anseatica giunge…

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  • MICROPHONES, The Glow Pt. 2 (K Records, 2001)

    La grandezza della scena indipendente americana sta proprio in dischi come quest’ultimo dei Microphones, che magari fatichi anche a trovare qua da noi e che per questo finiscono con l’esserti ancora più cari. Qui ad esempio Phil Elvrum, l’uomo che si nasconde dietro ai Microphones nonché membro degli Old Time Relijun, lascia libero spazio alla…

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  • NADA, L’amore è fortissimo e il corpo no (Storie di Note, 2001)

    Sebbene non sia molto da gentiluomini parlare dell’età di una signora, va detto che Nada ha già 48 anni. Forse non sarà un dettaglio decisivo per parlare di questo disco, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente ascoltando queste nove canzoni: molte ventenni arrabbiate (o presunte tali) pagherebbero per avere…

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  • DEREK AND THE DOMINOS, Layla & Other Assorted Love Songs (Polydor, 1970)

    Ci sono dischi che passano alla storia per un solo brano, un classico che entra nell’immaginario collettivo di una o più generazioni. Sicuramente “Layla” rientra in questa categoria, grazie anche al cinema e alle colonne sonore in cui è apparso (vedi “Quei Bravi Ragazzi” di Scorsese). Ma sarebbe ingiusto ricordare il monumentale doppio album “Layla…

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  • SANDY LOPICIC ORKESTAR, Border Confusion (Network Medien, 2001)

    Fra i tanti loro meriti, Emir Kusturica e Goran Bregovic hanno avuto quello di rilanciare l’interesse per lo sterminato patrimonio musicale dei paesi dell’Est europeo, rivalutandone le radici e l’immutata carica vitale e spesso eversiva. Anche Sandy Lopicic, come i due illustri conterranei – se si può usare ancora questa parola in una terra nei…

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  • LITFIBA, 17 Re (IRA, 1987)

    Il rock italiano anni ’80 si regge fondamentalmente su una triade: il punk filosovietico e da balera dei CCCP – Fedeli alla linea, il dark d’autore dei Diaframma e il rock d’ispirazione new wave dei Litfiba. Questi ultimi, composti da Piero Pelù (Voce), Ghigo Renzulli (Chitarra), Gianni Maroccolo (Basso), Ringo De Palma (Batteria) e Antonio…

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  • LOU REED, Transformer (RCA, 1972)

    Conclusa non senza strascichi polemici l’avventura con i mitici Velvet Underground, Lou Reed, mente del gruppo newyorchese, si trasferisce a Londra, dove entra in contatto col nascente movimento glam, che ha nel genio estremo di David Bowie il suo maggior cantore. Dopo aver velocemente dato alle stampe “Lou Reed”, album transitorio nel quale rivisita in…

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  • CORNELIUS, Point (Matador Records, 2002)

    D’accordo, non avremo canzoni da fischiettare mentre si passeggia, ma cosa abbiamo avuto in cambio? Fantasia, originalità, intuizioni sparse. Questo è ciò che ci regala “Point”, il nuovo disco di Cornelius, al secolo Keygo Oyamada. Questo folletto giapponese ha già avuto modo di imporsi nelle sale di registrazione di tutto il mondo come il “Phil…

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  • PAPA M, Whatever, Mortal (Domino/Drag City, 2001)

    La musica indipendente americana degli ultimi dieci anni è piena di artisti che creano gruppi che non esistono e che in realtà sono soltanto nomi dietro cui nascondersi. Si inizia dagli Smog di Bill Callahan e dai Palace di Will Oldham e si prosegue incontrando via via Jason Molina e i Songs: Ohia o gli…

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  • SMASHING PUMPKINS, Siamese Dream (Virgin, 1993)

    Chicago, 1992: gli Smashing Pumpkins di Billy Corgan, sorpresa indie dell’anno precedente con l’album “Gish” e stella nascente del firmamento rock statunitense sono sul punto di rottura. La favola sembra già finita: pare che tra il chitarrista James Iha e la bassista D’Arcy non corra buon sangue. Corgan, indisposto da queste voci e senza alcuna…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010