• THE SMITHS, The Smiths (Warner Bros, 1984)

    Inizio anni ’80. In Inghilterra, come nel resto del mondo, si assiste ad una scena musicale quanto mai dicotomica: da una parte il successo commerciale della dance e dell’elettronica spicciola, dall’altra varie correnti musicali (dark, noise, punk) inserite sotto il nome generico di “New wave”. E il pop puro? Il semplice pop che tanta parte…

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  • LALI PUNA, Scary World Theory (Morr Music, 2001)

    Come alcuni tra i più attenti avranno osservato, la Germania ha una scena indipendente bella e vitale che merita molta attenzione. Né c’è da sorprendersi, visto che una delle influenze principali per tanta musica odierna arriva proprio da questa nazione e dal kraut-rock degli anni settanta. Fatto sta che proprio da lì sono venuti alcuni…

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  • THE CURE, Seventeen Seconds (Fiction Records, 1980)

    Ad appena un anno dal doppio esordio – “Three Imaginary Boys” e “Boys Don’t Cry” – i Cure tornano alla ribalta presentando il loro terzo lavoro. Ormai il movimento dark è lanciato, continua l’ascesa di Siouxsie and the Banshees, sono nati da poco i Bauhaus e i Sisters of Mercy, il 18 maggio del 1980…

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  • PROCOL HARUM, Procol Harum (Westside Record, 1968-2001)

    Una melodia rubata a Bach, un meraviglioso Hammond suonato da Matthew Fisher, il testo onirico ed ermetico di Keith Reid, la voce potentissima e languida, come un Percy Sledge in preda ad un attacco di raucedine, di Gary Brooker; la somma di questi fattori produce uno degli hits più grandi della storia, “A whiter shade…

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  • TRAFFIC, John Barleycorn Must Die (Island,1970-2001)

    Pur nella loro grandezza, i Traffic hanno avuto un seguito minore dei vari Led Zeppelin, Jethro Tull e Genesis. A differenza di loro non hanno mai seguito un genere preciso ma si sono destreggiati con grande abilità tra jazz, soul, folk e progressive. Certo è che questo disco rimane un capolavoro assoluto, realizzato in modo…

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  • THE WHITE STRIPES, White Blood Cells (XL Recordings, 2001)

    I White Stripes, giunti con questo “White Blood Cells” al terzo disco, sono due fratelli, o almeno così dichiarano loro. Jack White canta e suona chitarra e tastiere, Meg White si occupa della batteria e saltuariamente si dedica alla voce. Nient’altro, nessun altro musicista, soltanto i due fratelli. Semplicità e tanto entusiasmo. Ed è da…

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  • THE SPENT POETS, The Spent Poets (Geffen Record, 1992)

    Fra le tante ingiustizie perpetrate nel dorato (per alcuni) mondo musicale, questa è senza dubbio una delle più grosse quanto sconosciute. D’altra parte, chi ha mai sentito parlare degli Spent Poets e chi, dunque, si è mai preoccupato del loro destino? Anche il sottoscritto si è sempre dovuto arrabattare con le sole note di copertina,…

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  • THE WATERBOYS, Too Close To Heaven (The Unreleased Fisherman’s Blues Sessions) (Ensign Records, 2001)

    La mitica seconda parte di quel capolavoro che è “Fisherman’s blues” finalmente è tra noi e tra i tanti che hanno aspettato fiduciosi, ben sapendo che le interminabili sessions di quell’album nascondevano gemme purissime. Mike Scott, la mente della formula Waterboys, a quel tempo era un fiume in piena di creatività. Circondatosi di un gruppo…

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  • THE BETA BAND, Hot Shots II (Regal Recordings, 2001)

    La band scozzese ritorna col suo bagaglio di suoni minimali e stramberie assortite con questo “Hot Shots II”. Coccolati dalla critica specializzata fin dai loro esordi – i tre Extended Play poi raccolti nell’omonimo “The three EP’s” – i BB hanno conosciuto l’ebbrezza delle folle oceaniche fungendo da gruppo spalla dei Radiohead durante le recenti…

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  • FUGAZI, Argument (Dischord, 2001)

    Il nono album della band newyorchese mostra una completa maturità raggiunta. Nati con un’attitudine punk totale e senza sfumature, i Fugazi hanno saputo gestire un materiale via via sempre più eterogeneo, filtrando la propria musica attraverso i canoni del noise dei sempre presenti Sonic Youth – veri e propri padri fondatori del new rock in…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010