• LOW, Things We Lost In the Fire (Tugboat, 2001)

    Il suggestivo titolo del nuovo disco dei Low, “Le cose che abbiamo perso nel fuoco”, potrebbe essere preso da un racconto di Hemingway o di Carver, una di quelle storie di gente comune e del loro destino crudele. E tra le tracce di questo lavoro si trova lo stesso mondo, un mondo di racconti tesi…

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  • TALKING HEADS, Remain In Light (Sire/Wea, 1980)

    Il punk e la new wave avevano fatto piazza pulita dei cliché accumulati dal rock durante gli anni ’70: dalla tirannia dei precetti del blues a certi eccessivi sconfinamenti nel jazz e nella classica, la musica del re Elvis si era un po’ affaticata a furia di crisi di identità. Alla fine dei ’70 c’era…

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  • LOVE, Forever Changes (Rhino/Elektra, 1967, rist. 2001)

    Senza ombra di dubbio, uno dei dischi più belli della storia del rock. Basta solo dare un’occhiata a qualsiasi classifica All Times, di qualsiasi rivista musicale, “Forever Changes” è lì, sornione. Sì, sornione, perché a distanza di ormai 35 anni dalla sua uscita, è un disco che non si è fatto conoscere per quello che…

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  • DOORS, The Doors (Elektra Records, 1967)

    Anno 1967: il movimento hippy celebra il suo (inconsapevole) apice nelle spontanee e pacifiche manifestazioni a San Francisco ed in tutta la Bay Area, tra scambi di fiori (Flower Power!) e fraterne fumate. A Los Angeles, città più dura e difficile della cugina californiana, da un po’ si parla di un quartetto bomba, rude e…

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  • GEORGE HARRISON, All Things Must Pass (EMI Records, 1970, rist. 2001)

    Non si può tacere l’uscita della ristampa del monumentale triplo di Harrison, uscito in origine nell’ormai lontano novembre 1970. Forse per sottolineare questo lungo arco di tempo passato, la cover originale viene ripresentata con smaglianti colori, abbandonando l’affascinante bianco e nero, con una scelta stilistica a mio avviso discutibile. Probabilmente ci sarà l’onnipresente marketing di…

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  • DIVINE COMEDY, Regeneration (EMI Parlophone, 2001)

    Il titolo pare proprio descrivere l’ennesima mutazione in quella vicenda appassionante che è la storia artistica di Neil Hannon, leader carismatico dei Divine Comedy. Già dalla copertina (per altro bellissima e concepita da Claire Burbridge, moglie del pianista ed arrangiatore Joby Talbot) si comprende che molte cose sono cambiate dall’ultimo “Fin de siècle” ad oggi.…

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  • MANFRED MANN, The Five Faces Of Manfred Mann (EMI, 1964)

    Grandissimo primo capitolo per la seminale band rhythm and blues inglese, la quale prende il nome dal suo barbuto tastierista sudafricano, silenzioso leader di una formazione che presenta come front-man probabilmente il più dotato cantante R&B britannico, Paul Jones. Queste “Cinque Facce Bianche” innamorate di musica nera americana si propongono con un album che si…

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  • ALEXANDER “SKIP” SPENCE, Oar (Sundazed Music Inc., 1969)

    Personalità tra le più influenti di tutta la scena psichedelica californiana, Alexander Spence detto “Skip” lasciò il marchio del suo genio e della sua follia su due dei più importanti gruppi della West Coast. Nato come chitarrista, imparò in qualche giorno a suonare la batteria e suonò nel primo disco dei Jefferson Airplane. Dopo contrasti…

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  • ED HARCOURT, Maplewood (Heavenly, 2000)

    “…Ragazzino, tu farai strada!…”. Quante volte ci è capitato di ascoltare questa predizione, magari in un film o da qualche parente in vena di bontà assortite. Eppure, qualche volta il destino ed il talento si alleano, e questo sembra proprio il caso in questione. Ed Harcourt è, appunto, un ragazzo di 23 anni del Sussex,…

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  • PHOENIX, United (Astralwerks, 2000)

    Phoenix, ovvero la grande mistificazione. Ascoltando il loro disco, “United”, la memoria affonda nel suono dell’America di fine anni ’70, in cui il rock si bagnava di spruzzi jazz e soul, alternandosi a sfumature country. E qui sta l’inganno: non solo i Phoenix non provengono dagli anni ’70, ma non vengono nemmeno dall’America, bensì dalla…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010