• ERIC BURDON & WAR, Eric Burdon Declares ‘War’ (MGM 1970, Arg Records 1992)

    L’unione del più nero tra i cantanti bianchi in circolazione, Eric Burdon, con l’armonica del danese Lee Oskar e una band di Los Angeles che faceva della contaminazione tra rythm and blues, jazz e sonorità latine la propria peculiarità produsse una delle stagioni più brevi ma intense della musica rock. A distanza di un trentennio…

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  • ERIC BURDON & WAR, Eric Burdon Declares ‘War’ (MGM 1970, Arg Records 1992)

    L’unione del più nero tra i cantanti bianchi in circolazione, Eric Burdon, con l’armonica del danese Lee Oskar e una band di Los Angeles che faceva della contaminazione tra rythm and blues, jazz e sonorità latine la propria peculiarità produsse una delle stagioni più brevi ma intense della musica rock. A distanza di un trentennio…

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  • THELONIOUS MONK, Brilliant Corners (Riverside Records, 1956)

    In questo album, registrato nel 1956, la musica di Monk trova una via espressiva nuova ed intensa, attraverso la composizione per cinque strumenti: dopo avere rinnovato gli standard della musica jazz, Monk si confronta con le sue composizioni originali, e lo fa attraverso gli strumenti e le anime di musicisti d’eccezione. Il gruppo è infatti…

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  • BADLY DRAWN BOY, The Hour Of Bewilderbeast (XL Recordings, 2000)

    Con questo disco d’esordio Badly Drawn Boy, ossia Damon Gough, si è guadagnato il Mercury Prize per il disco inglese dell’anno prevalendo su gente come Coldplay e Richard Ashcroft e conquistandosi l’appellativo di Beck inglese. Tralasciando paragoni che possono essere giustificati forse sul piano dell’attitudine ma non certo della musica, è bello scoprire un altro…

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  • CROSBY STILLS NASH & YOUNG, Deja Vu (Atlantic, 1970)

    Brutta faccenda, parlare di vacche sacre. Per tutta una generazione, probabilmente anche un paio, “Deja vu” e’ un monumento, non si tocca, non si discute. Byrds, Hollies, Buffalo Springfield. David Crosby, Stephen Stills Graham Nash e Neil Young hanno già un pedigree artistico di tutto rispetto quando decidono di lavorare insieme. Hanno anche, ciascuno, qualche…

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  • U2, October (Island, 1981)

    Molta critica ritiene “October” il lavoro meno riuscito del gruppo irlandese. Ritengo che il secondo capitolo della saga U2 sia un album indispensabile, contenente almeno sei capolavori, sulle undici tracce totali. L’Ottobre di Bono e compagni è pieno di vitalità ed irruenza nella mitica “Gloria” (un altro grande figlio d’Irlanda, Van Morrison, ne scrisse un’altra…

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  • ELLIOTT SMITH, Figure 8 (Kill Rock Stars, 1997)

    La verità su Elliott Smith e sulla tragedia della sua morte è che noi non sappiamo nulla. Come ha scritto Philip Roth: “Perché le cose vanno come vanno? Cosa? Tutto ciò che sta sotto l’anarchia del corso degli avvenimenti, le incertezze, i contrattempi, il disaccordo, le traumatiche irregolarità che caratterizzano le vicende umane? Nessuno sa”.…

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  • PJ HARVEY, “Stories From The City, Stories From The Sea” (Island, 2000)

    Un disco personale, ispirato e compatto, che racconta una New York a volte violenta e disperata, a volte malinconicamente solitaria.

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  • TOPLOADER, Onka’s Big Moka (Sony Music, 2000)

    Il Lancaster Gate che nella suggestiva cover apre le sue porte ai cinque musicisti è davvero una bella metafora di vita. Questo è il viale che dovete percorrere, ragazzi, nessuno sa dove e quando finirà…Per il momento ci si può solo sbilanciare con le undici canzoni che compongono questo esordio parecchio incensato nel Regno Unito.…

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  • MASSIVE ATTACK, Blue Lines (Virgin, 1991)

    Nei club di Bristol dei primi anni ’90 si respira, assieme al fumo denso dell’hashish, una musica strana e bastarda. Tanto reggae, soprattutto nella sua variante elettronica, il dub; hip hop, in una versione più riflessiva di quello militante d’oltreoceano; e club music, ovvero il bricolage musicale dei dj e i loro piatti, spogliato dei…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010