• THE GOOD THE BAD AND THE QUEEN, The Good The Bad And The Queen (Parlophone / EMI, 2007)

    “The Good, The Bad & The Queen” è un album che potrebbe essere raccontato con immagini. Quelle che lo rappresentano è il confronto tra Damon Albarn sbarazzino nel retro di copertina di “The Great Escape” con degli occhialini che oggi farebbero ridere i polli e quello in una foto di oggi di quelle che accompagnano…

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  • HERBERT, Scale (!K7 / Audioglobe, 2006)

    Non capita quasi mai, ma ci sono dischi in cui il genio di chi li ha composti trabocca da ogni parte. E, cosa ancora più rara, ci sono album in cui le idee, per quanto geniali, non soffocano la musica, ma la accompagnano per rendere le canzoni davvero speciali. In “Scale” succede tutto questo: è…

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  • BARBARA MORGENSTERN, The Grass Is Always Greener (Monika / Wide, 2005)

    Da appassionato di tennis, avevo una passione insana per Steffi Graf. Adoravo il suo servizio meccanico, quel diritto sparato da ogni angolo che assomigliava a un gancio devastante e che compensava il suo rovescio liftato, zoppicante e velenoso. E mi piaceva moltissimo sentirla parlare: una voce calda, sposata alla perfezione con la sua lingua piena…

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  • EINSTURZENDE NEUBAUTEN, Fünf Auf Der Nach Oben Offenen Richterskala (Some Bizarre, 1987)

    Mi sembra giusto portare in evidenza questo disco, troppo spesso dimenticato di fronte ad altri capolavori del gruppo berlinese guidato da Blixa Bargeld, come “Halber Mensch” e “Kollaps”. Eppure Richterskala è importantissimo da molti punti di vista: innanzitutto differisce dal sound degli album a sé precedenti, perchè caratterizzato da tonalità soprattutto basse, dove prima erano…

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  • DADAMAH, This Is Not A Dream (Kranky, 1992)

    L’ascoltatore ignaro che capitasse, per volontà del fato, a orecchie aperte sulle undici tracce che compongono “This Is Not a Dream” dei Dadamah, potrebbe facilmente incappare nell’errore di considerare questo lavoro capitale della musica contemporanea una perla solitaria. In realtà alle spalle del progetto Dadamah risiede il genio di Roy Montgomery che, oltre a una…

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  • ANIMAL COLLECTIVE, Feels (Fat Cat, 2005)

    Gli Animal Collective sono tra le creature più importanti che attraversano il suono americano di questo inizio di millennio: ne ero già praticamente certo perlomeno dal 2003, l’anno di “Here Comes the Indian”, tra i più mirabili risultati artistici degli ultimi tempi e non solo nel ristretto campo del cosiddetto pre-war folk e neanche solo…

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  • TALKING HEADS, 77 (CD + DVD, Warner, 1977 / 2006)

    La New Wave sta vivendo, fortunatamente, un periodo di riscoperta pressoché totale, grazie a lungimiranti ristampe dei capolavori che segnarono quella che non ho timore di considerare l’epoca più esaltante della storia della musica rock (sì, ben più importante della psichedelia o del prog, perché capace di metabolizzare tutte le istanze musicali precedenti rileggendole e…

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  • SWELL MAPS, A Trip To Marineville (Rather/Rough Trade, 1979 / Secretly Canadian, 2004)

    Difficilmente i retroscena di un percorso critico meritano un approfondimento particolare, ma l’esempio di “A Trip To Marineville” si accaparra all’istante il grado di eccezione. Questa recensione avrebbe dovuto vedere la luce già alcuni mesi fa; avevo infatti in mente un lavoro che riguardasse non solo la presenza tra gli immortali di quest’album misconosciuto da…

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  • FURSAXA, Lepidoptera (ATP Records, 2005)

    Tara Burke è la regina dei boschi, è il Puck shakesperiano nascosto in tutti noi, è il folletto bucolico che si aggira tramutato in vento e rugiada. Tara Burke è la Nico che non c’è più, la figlia hippie, la forma contemporanea che fu solo qualche decennio addietro teutonica e retrò. Tara Burke è Fursaxa,…

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  • BEN LEE, Awake Is The New Sleep (New West, 2005)

    Descritto ovunque come l’enfant prodige di una certa musica underground degli anni 90, indiscutibile la sua precocità: ventisei anni di cui dodici passati a scrivere canzoni e registare in studio. Un anno fa usciva l’ultimo lavoro di Ben Lee, “Awake is the New Sleep”. Per chi non conoscesse il buffo australiano, sappia che la sua…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010