• HANNE HUKKELBERG, Little Things (Leaf / Wide, 2005)

    E se Billie Holiday non fosse morta nel 1959? Giochiamo con l’immaginazione, e pensiamo a cosa sarebbe potuto succedere: togliete a Lady Day l’eroina, fatela innamorare perdutamente dei musical hollywoodiani, convincetela ad abbandonare l’inferno di New York e portatela tra i colori vividi nella natura norvegese; poi lasciate che si appassioni ai videogiochi e alle…

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  • BACHI DA PIETRA, Tornare nella terra (Wallace Records / Audioglobe, 2005)

    Quanto un genere musicale può veder straziate le proprie corde interiori prima di perdere le direttrici consone alla propria natura? Quanto un universo sonoro può veder le proprie giganti rosse trasformarsi gradualmente in nane bianche e andare alla deriva verso buchi neri in cui deflagrare nel colore, come l’astronauta solingo di Kubrick, prima che ci…

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  • WOODY GUTHRIE, Dustbowl Ballads (Rounder, 1940)

    “Elvis ci ha liberato il corpo, ma Dylan ci ha liberato la mente” (Bruce Springsteen) Aveva indubbiamente ragione Springsteen quando arrivò a comporre questo assioma: la storia della musica popolare statunitense del secondo dopoguerra non può evitare due personaggi come Elvis the Pelvis Presley e Robert Zimmermann a.k.a. Bob Dylan. Il primo raccolse tutti i…

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  • FRANTI, Non classificato (3CD, Blu Bus, 1987 / Stella Nera, 2004)

    Franti è un personaggio del “Libro Cuore” di Edmondo De Amicis, inno ai valori patriottardi e borghesi per anni studiato nelle scuole italiane – e nulla mi impedisce di pensare che ancora oggi faccia la sua ciclica apparizione sui libri di testo delle scuole elementari -; nell’ideologia di De Amicis Franti è un malvagio, essere…

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  • VIC CHESNUTT, Ghetto Bells (New West / Ird, 2005)

    Ascolti questo disco la prima volta, senti che c’è qualcosa di speciale ma sembra troppo intenso. Lo metti da parte per un po’. Poi lo riascolti una volta, e un’altra, e un’altra ancora e non riesci più a farne a meno. Sì perché nonostante una carriera e una produzione decisamente prolifiche, il Nostro non perde…

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  • MUSICA ELETTRONICA VIVA, The Sound Pool (J.A.T., 1969)

    Ogni arte ha all’interno del proprio percorso il simbolo della propria, fiera e incontrovertibile, negazione; è così per “contre le cinéma” di Guy Debord, è così per il teatro di Aldo Braibanti, è così per buona parte della pittura e della scultura del secondo novecento. Anche in musica è possibile trovare molti sintomi di questa…

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  • BLOC PARTY, Silent Alarm (V2, 2005)

    Più il 2005 scava il suo tunnel mese dopo mese più sembra possibile leggere questa annata come una rincorsa continua alla ricerca di una nuova struttura pop: così come l’anno scorso fu la volta dell’esplosione del fenomeno del neo-folk su scala mondiale, così nei primi quattro mesi di quest’anno abbiamo assistito all’uscita di lavori eccellenti…

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  • METAL URBAIN, Les hommes mortes sont dangeroux (France-Celluloid, 1978)

    È opinione generalmente diffusa identificare il punk degli esordi in due categorie geometricamente distinguibili: anglosassone e statunitense. Ma la verità è che in Europa alla fine degli anni ’70 non solo Londra bruciava. E se in Italia la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione scambiava la musica con la moda – fino al paradosso di…

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  • VETIVER, Vetiver (Di Cristina, 2004)

    Partendo del folk che tanto sembra piacere di questi tempi, Vetiver esplora un orizzonte tanto psichedelico quanto bucolico, ispirandosi da un lato all’attitudine free dei Grateful Dead, dall’altro alla spensieratezza acustica del primo Marco Bolan, condendo il tutto con arrangiamenti a metà tra il prog più delicato e il sempre più presente “pre-war”. Andy Cabic…

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  • MICAH P. HINSON, Micah P. Hinson and the Gospel of Process (Sketchbook, 2004)

    Scrivere di un disco come questo a mesi distanza dalla sua uscita, considerando tutte le ottime parole spese in lungo e in largo, un bel concerto in cui l’autore si è dimostrato un artista – effettivamente – di livello e gli ascolti dedicati all’opera (di gran lunga superiori a quelli per altre recensioni, ma qui…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010