• DIVINE COMEDY, A Secret History – The Best Of The Divine Comedy (Setanta Records, 1999)

    Per chi vuole avvicinarsi per la prima volta ad una “storia segreta” ed eccitante come quella di Neil Hannon e della sua Divina creatura, questa potrebbe essere un’ottima occasione. Pur con tutti i limiti soggettivi di qualsiasi antologia, possiamo dire che le varie fasi della Commedia vengono toccate con alcuni pezzi molto rappresentativi. La stagione…

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  • DIVINE COMEDY, Fin De Siècle (Setanta Records, 1998)

    Manca qualche decina di mesi alla fine del Novecento e Neil Hannon ce lo ricorda sin dal titolo, anche se l’espressione usata fa pensare alla decadenza ed alla bohème di un’altra fine secolo, quell’ottocentesco. La solita immagine enigmatica del compositore è scattata a Vienna, città che affascina Neil con le sue architetture riferite proprio al…

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  • DIVINE COMEDY, A Short Album About Love (Setanta Records, 1997)

    32 minuti di assoluto splendore, 7 canzoni di disarmante bellezza; questo è “A short album about love”, capitolo essenziale nella discografia della Divina Commedia, creatura di quel genietto chiamato Neil Hannon. Il talento dandy e malinconico di questo figlio d’Irlanda è dispensato a piene mani, impregnando di classe sopraffina ogni singola nota. Pensate che il…

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  • DIVINE COMEDY, Promenade (Setanta Records, 1994)

    La faccia enigmatica di Neil Hannon ci scruta, impassibile, davanti alla Piramide del Louvre. Il Nordirlandese sembra indossare gli stessi abiti della precedente copertina, quasi che avesse preso il ferry a Dover per fare, appunto, una promenade fino a Parigi. Invece, la promenade in questione è quella che si fa in riva al mare, dalla…

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  • DIVINE COMEDY, Liberation (Setanta Records, 1993)

    Chi mai sarà quest’uomo che ci guarda dietro quegli enormi occhiali scuri, con quella specie di sorriso enigmatico, un po’ snob? Si direbbe un impiegato della City londinese, fotografato durante la pausa brunch in qualche parco della capitale inglese? A parte il parco (Richmond Park per l’esattezza), non avremmo capito nulla. Ripreso dalla macchina di…

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  • DIVINE COMEDY, Casanova (Setanta Records, 1996)

    Seduzione…Del resto, cosa aspettarsi da un titolo simile, per giunta partorito dalla mente di quel genio irresistibilmente dandy di Neil Hannon? Le undici canzoni che formano questo straordinario capolavoro sono state concepite come singole colonne sonore di film immaginari, circuendo l’ascoltatore attraverso un flusso emozionale sinuoso ed invitante, fino ad arrivare alla definitiva conquista della…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010