Un disco Sub Pop minore è comunque un disco che vale la pena ascoltare. Mal che vada, una mezz’ora di intrattenimento indie-pop disimpegnato c’è. Non tutto però è fondamentale. Come i Band of Horses, ad esempio. Band nata nel 2004 dallo scioglimento del Carissa’s Wierd che vede nelle figure di Ben Bridwell e Mat Brooke…
Uomini con le camicie di flanella unitevi, gli alfieri dei suoni del vostro cuore sono tornati. In attesa del nuovo disco dei Pearl Jam, sono i Mudhoney a tornare alla ribalta. Mark Arm e soci sono stati tra i più regolari artisti del movimento di Seattle, continuando a pubblicare dischi anche quando in giro nessuno…
L’argomento di oggi è capire come mail “Sun, Sun, Sun” degli Elected vale i vostri soldi. Ad ascoltarlo con la razionalità di chi ha La Storia dalla sua parte, non si avverte nessun bisogno dell’ennesimo esempio di pop-rock americano vagamente passatista che cita Crosby, Stills, Nash & Young e Jackson Browne. Ma se lo si…
Mi piacciono molto i Beach Boys. Faccio parte di quella schiera di persone che considera “Smile” di Brian Wilson il capolavoro perduto della musica pop per antonomasia e trova enorme piacere nell’ascoltare la sua versione 2004 nonostante sia privo di quella portata rivoluzionaria che poteva avere se fosse uscito davvero nel 1967. E’ normale quindi…
Da qualche anno a questa parte, la Sub Pop si è impegnata nella promozione di alcuni dei migliori esempi di pop americano. Un modo per rivoluzionare la propria importanza, rinnovando la politica artistica dal grunge degli anni ’90 alla nuova americana degli ultimi tempi. E’ merito dell’etichetta di Seattle se oggi possiamo godere dell’ascolto di…
Il modo più cretino di parlare di “The woods”, settimo album delle Sleater-Kinney in dieci anni, è di sottolineare che, dietro a quello sferragliare violento, ci sono tre donne; eppure, sottolinearlo è indispensabile. Psicanalisti d’accatto vi diranno che la chitarra è un simbolo fallico, che il rock è associato al maschile e che l’assolo è,…
La Sub Pop si è dimostrata non poco lungimirante nel far esordire per la loro label i Comets On Fire reduci dall’avventura Ba Da Bing dell’ottimo “Field Recordings From The Sun” e dall’esordio omonimo autoprodotto e poi ricomprato e messo in circolo dall’Alternative Tentacles. La casa di produzione di Seattle, da sempre citata quando si…
Iron & Wine, ovvero Sam Bean. Reduce dall’apprezzato “Our Endless Numbered Days” che gli ha permesso di diventare una sorta di culto del pop contemporaneo. Qui lo scarto sonoro si fa comunque corposo: innanzitutto chitarra elettrica, pianoforte e archi finora erano elementi estranei all’architettura musicale del compositore statunitense, e la sua voce calda ed evocativa…
Sam Beam, l’uomo dietro Iron and Wine, potrebbe davvero diventare il vostro autore di canzoni preferito, se gliene darete l’occasione. Il tutto semplicemente perché questo suo secondo lavoro, intitolato “Our Endless Numbered Days”, fatto di ballate quiete e profonde che pescano dal folk e dai classici, è un disco di cui si sentiva la mancanza.…