• GAZEBO PENGUINS, The Name Is Not The Named (Suiteside, 2009)

    In “Come Fare Cose Con Le Parole” il filosofo americano John Austin, parlando dei nostri atti linguistici, aveva individuato due categorie fondamentali dei medesimi: gli atti o enunciati constatativi (che sono quelli attraverso i quali descriviamo uno stato di cose, che può sussistere oppure no, ad es.: “Piove”) e gli atti performativi (attraverso i quali…

    Read More

  • THE BANSHEE, Your Nice Habits (Suiteside, 2008)

    A due anni da “Public Talks” tornano a farsi vivi i Banshee, quartetto genovese che proprio in questi giorni dà alle stampe il suo secondo “Your Nice Habits”, sempre per la Suiteside di Monica Melissano (ai cui fondamentali libri il sottoscritto deve quasi tutto quello che sa del rock britannico degli ultimi anni e dintorni).…

    Read More

  • DAMIEN*, Mart/Art (Suiteside, 2008)

    Per la serie, “Se Pesaro si chiamasse Portsmouth (o Plymouth, fate vobis)”, i Damien* sarebbero già da anni una realtà consolidata e incensata. Invece, per il trio marchigiano, l’approdo su etichetta (la rinata Suiteside di Genova) si è fatto attendere parecchi anni, spesi tra autoproduzioni, riconoscimenti vinti qua e là e date su date in…

    Read More

  • MOROSE, On The Back Of Each Day (Suiteside, 2006)

    Un anno fa concludevo la recensione di “People Have Ceased to Ask Me About You” con la frase “domani è un altro giorno”: tradotta nel gergo comune la chiusa serve a risvegliare un sentimento di speranza, ad accendere una luce nel buio. Per i Morose tutto questo non vale: loro, come sintetizzato nel bel titolo,…

    Read More

  • MOROSE, People Have Ceased to Ask Me About You (Suiteside / Goodfellas, 2005)

    Il mio ricordo di La Spezia è indissolubilmente legato ai tre giorni passati in caserma per le visite di rito in vista di un ipotetico futuro militare (come tutti i nati tra settembre e novembre sarei stato destinato alla marina): ho ben impresso in mente il disprezzo per le regole indiscutibili, per i ridicoli test…

    Read More

  • THE JUNIPER BAND, Time For Flowers (Suiteside, 2004)

    A due anni di distanza dal loro esordio sulla lunga distanza con “Secrets of Summer” la Juniper Band torna a far sentire la propria voce. Il quintetto, sempre affidato alle cure al mixer di David Lenci, dimostra di voler portare avanti il discorso intrapreso sia nell’album precedente che nell’EP “…of Debris and Daylong Dreams”: una…

    Read More

  • PRAGUE, You hear the song and it is long ago (Suiteside, 2003)

    La prima domanda che viene in mente, ascoltando il secondo disco dei Prague (one man band di stanza a Londra creata Alessandro Viccaro), è per quale motivo il suo responsabile abbia voluto per forza di cose piazzarsi anche davanti al microfono: con tutti i cantanti decenti che ci sono in giro, perché ha voluto insistere…

    Read More

  • CANDIES, Dense waves make your eyes wider (Suiteside, 2003)

    Il tour che in questi giorni i Candies stanno facendo in Germania offre l’occasione per parlare di “Dense waves make your eyes wider”, disco uscito da qualche mese e decisamente da scoprire. Riff secchi, essenziali, tre accordi o poco più per canzone, schiaffi pulsanti sulle note del basso e bordate da una chitarra di carta…

    Read More

  • THE JUNIPER BAND, Secrets Of Summer (Suiteside, 2002)

    Ed arriva anche il momento della prima avventura sulla lunga distanza per la Juniper Band, dopo l’EP di debutto “…Of Debris and Daylong Dreams”, uscito l’anno scorso sempre per la Suiteside. Le buone impressioni lasciate nel lavoro precedente raggiungono qui piena maturità, il suono si fa più corposo, più ricco, ampliando gli intrecci e le…

    Read More

  • LO-FI SUCKS!, Temporary Burn-Out (Suiteside, 2002)

    Quando si dice raggiungere la maturità. E’ questa la sensazione che trasmette “Temporary burn-out”, il quarto lavoro dei Lo-fi sucks!. Maturità intesa senza alcuna accezione negativa, ma come piena padronanza dei propri mezzi espressivi e del proprio talento. Nel caso dei Lo-fi sucks! questo si traduce da un lato nel ricercare soluzioni sonore personali e…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010