• THE BEATLES, Help! (EMI Parlophone, 1965)

    “Help!” è il titolo del loro secondo film, sempre diretto da Richard Lester. “Help!” è l’album che contiene “Yesterday”, anche se nel film essa non viene eseguita. Piccola curiosità; questa che è una delle canzoni più famose della storia della musica in origine doveva intitolarsi ben più prosaicamente “Scrambled eggs” (uova strapazzate). Pare che Sir…

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  • THE BEATLES, Rubber Soul (EMI Parlophone, 1965)

    Con “Rubber soul” entriamo nel tempio delle meraviglie che i Beatles costruirono per il sollazzo dei nostri padiglioni auricolari tra la fine del ’65 ed il 1969. “Anima gommosa” è, con il posteriore “Revolver”, il manifesto perfetto dei Mid 60s in Inghilterra e della Swinging London in particolare. In alcune canzoni e sulla copertina mostrante…

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  • THE BEATLES, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (EMI Parlophone, 1967)

    Quanto si è detto e scritto di Sgt.Pepper, di come un disco possa inaugurare e rappresentare un’epoca… Dalla copertina, divenuta un’icona transgenerazionale, a delle canzoni così “belle e famose” che sembra siano state scritte da sempre, come il Vangelo… D’altra parte, non fu Lennon a proclamare i Beatles più famosi di un certo Gesù? Il…

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  • THE BEATLES, Magical Mistery Tour (EMI Parlophone, 1967)

    “Magical mistery tour” è un disco splendido… per forza! Mi spiego : esso compare nella discografia ufficiale degli albums, ma in realtà non fu concepito come tale. Alcune canzoni facevano da colonna sonora al loro film omonimo, in cui si descriveva di un demenziale viaggio in pullman, scontata metafora di un allucinato trip lisergico, ma…

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  • THE BEATLES, Abbey Road (EMI Apple, 1969)

    Nonostante la sua uscita anticipata rispetto a “Let it be”, “Abbey Road” contiene le ultime tracce incise dai Beatles. Visto che ognuno ha le proprie debolezze, io confesso di amare questo passo d’addio in maniera viscerale, spingendomi a dichiarare che è il più grande disco dei Liverpooliani. George Harrison ci grazia di due tra i…

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  • THE BEATLES, Let It Be (EMI Apple, 1970)

    Pur se pubblicato nel 1970, “Let it be” fu progettato e realizzato poco più di un anno prima. La quasi totalità delle canzoni in esso contenute furono registrate dal vivo (l’ultima loro esibizione live…), durante la famosa jam che tennero sull’attico del grattacielo della Apple (loro casa discografica), ben fotografata nell’omonimo documentario. Un album che…

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  • THE BEATLES, The Beatles (The White Album) (2 LP, EMI Apple, 1968)

    Il primo ed unico disco doppio nella storia dei Fab Four; il famoso disco bianco. Che scelta stilistica strabiliante puntare su una cover tutta bianca in quei tempi di dominio assoluto del colore sgargiante, già quasi freak; sembra quasi una copertina dei Joy Division, se non fosse in anticipo di 12 anni rispetto all’importantissimo gruppo…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010