• BRAINBLOODVOLUME No. 33

    Cinque dischi di musica psichedelica, cinque. THE KUNDALINI GENIE, “It’s All In Your Head” (Captain Bee Fart Records/Little Cloud Records, 2019) Dopo “Reverberation” e “You Are The Resurrection”, Robbie Wilson trova finalmente la formula vincente per il sound del suo progetto, The Kundalini Genie, e con “It’s All In Your Head” realizza un disco dal…

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  • BRAINBLOODVOLUME No. 16

      RYLEY WALKER, The Lillywhite Sessions (Dead Oceans, 2018) La Dave Matthews Band, conosciuta anche con la sigla di DMB, è una jam band statunitense, formata nel 1991 a Charlottesville, Virginia da Dave Matthews (voce e chitarra acustica), Leroi Moore (sassofono), Stefan Lessard (basso), Boyd Tinsley (violino elettrico), Carter Beauford (batteria), Peter Griesar (tastiere), che…

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  • BRAINBLOODVOLUME No. 15

    “Wanna grow up to be a debaser.” (Charles Thompson aka Black Francis) ALL THEM WITCHES, “ATW” (New West Records, 2018) L’ultimo album degli All Them Witches piacerà a quelli che si possono definire come “psiconauti” nel senso più classico, corpulenti capitani di vascelli interstellari e che guidano coraggiosamente a testa alta attraverso scariche cosmiche di…

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  • BRAINBLOODVOLUME No. 14

    “The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again; but already it was impossible to say which was which.” Eric Arthur Blair aka George Orwell (1903-1950) THE SHIFTERS, “Have A Cunning Plan” (Trouble In Mind Records, 2018) Di questo gruppo e della scena di Melbourne,…

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  • BRAINBLOODVOLUME No. 13

    La psichedelia dei Magic Shoppe, lo swiss groove dei L’Eclair e il ritorno dei Molochs

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  • CONNECTIONS, “Foreign Affairs” (Trouble In Mind Records, 2018)

    Dall’Ohio la nuova speranza dell’indie rock

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  • BRAINBLOODVOLUME No. 3

    BRAINBLOODVOLUME, la rubrica di musica psichedelica in diretta dal pianeta Kalporz arriva al suo terzo capitolo

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  • THE PAPERHEAD, “The Paperhead” (Trouble in Mind, 2011)

    Un suono che riverbera. Marziale, incostante, drogato. Oriente che si mescola all’occidente. Estasi lo-fi che sa di globalizzazione. Non quella che intendete voi però, che ha contaminato con l’immondizia l’immaginabile, ma quella che vorremmo noi, un allargamento di vedute, uno sguardo sempre più vigile sul nostro passato musicale e un occhio attento al futuro che…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010