• GOOD MORNING BOY, Hamletmachine (Urtovox / Audioglobe, 2004)

    Dubitare, per un folle, è un atto automatico, meccanico e inevitabile, così come lo è il farsi travolgere dai contrasti, dalle contraddizioni del reale. Senza indugiare nel sociologico, accade la stessa cosa anche nelle dieci canzoni di “Hamletmachine”, il secondo album di Good Morning Boy: mentre molti scelgono di nascondere le proprie reali emozioni dietro…

    Read More

  • …A TOYS ORCHESTRA, Cuckoo Boohoo (Urtovox / Audioglobe, 2004)

    Una melodia di pianoforte, gentile ma subito disturbata da inserti radio e fuzz elettronici, ci introduce nel mondo di “Cuckoo Boohoo”, un disco in cui gli …A Toys Orchestra mostrano una maturità sorprendente rispetto alla voglia di strafare dell’esordio di tre anni fa. Le canzoni abbandonano quasi totalmente la vena a bassa fedeltà per diventare…

    Read More

  • ULTRAVIOLET MAKES ME SICK, No freeway, no plan, no trees, no ghost (Urtovox, 2004)

    Il primo nome a cui si collega questo esordio degli Ultraviolet Makes Me Sick è quello dei Giardini di Mirò. Come per gli autori di “Rise and Fall of Academic Drifting” ecco intrecci di chitarre ipnotici, esplosioni sonore che sbucano tra momenti di quiete, crescendo irresistibili. Insomma, quello che la critica ha etichettato come post-rock,…

    Read More

  • HOGWASH, AtomBombProofHeart (Urtovox, 2003)

    La vicenda dell’Albino Leffe, la seconda squadra di Bergamo arrivata fino alla serie B, è stata una delle poche sorprese incoraggianti del nostro calcio. Da Leffe, uno dei due paesi che vanta la paternità della squadra orobica, arrivano proprio gli Hogwash. E sarà l’aria quieta e rilassante della provincia o qualche altro segreto, fatto sta…

    Read More

  • GOOD MORNING BOY, Song=epitaph:outtakes (Urtovox, 2003)

    Devono essere stati giorni davvero ispirati quelli in cui sono nate le canzoni che stanno sull’esordio di Good Morning Boy. La conferma arriva da questo Ep, che pesca canzoni inedite e versioni alternative da quelle stesse registrazioni. Anche qui si nota l’intensità di brani spogli che rimandano a nomi come Sparklehorse o Palace. La forza…

    Read More

  • ELLE, People are dancing in the a.m. (Urtovox, 2003)

    Il nuovo disco degli Elle segna un deciso cambio di rotta. Due anni dopo “Bruciamo ciò che resta”, persi per strada Marco Iacampo, alias Good Morning Boy, e Fabio Coronin, cambiano i punti di riferimento per il gruppo veneto. E non solo per la scelta di esprimersi in inglese, ma soprattutto per i contenuti musicali.…

    Read More

  • Intervista alla Urtovox

    La Urtovox è stata una delle case discografiche italiane più attive e convincenti degli ultimi anni. Lo testimoniano due tra i dischi più belli tra le uscite indipendenti dello scorso anno, ossia gli esordi di Good Morning Boy e Nest, nonché la pubblicazione dei nuovi dischi di Elle e VegaEnduro. Abbiamo approfondito il discorso con Paolo Naselli Flores. Come è nata la Urtovox? Spontaneamente…come…

    Read More

  • NEST, Drifting (Urtovox, 2002)

    E’ un vero piacere ascoltare l’esordio dei toscani Nest. Cinque musicisti con lo sguardo rivolto all’America e al meglio che negli ultimi tempi è uscito da lì nell’ambito del rock chitarristico. I suoni che stanno su questo loro “Drifting” rimandano infatti a Sonic Youth e Unwound, al post-rock di Slint e June of ’44, alla…

    Read More

  • GOOD MORNING BOY, Good Morning Boy (Urtovox, 2002)

    Anche l’Italia ha il suo musicista tuttofare. Come accade con gli Sparklehorse di Mark Linkous o gli Smog di Bill Callahan e tutti quei gruppi composti in realtà da una sola persona, Good Morning Boy non è nient’altro che il nome dietro a cui si cela Marco Iacampo, che qui suona, canta e compone praticamente…

    Read More

  • JOKIFOCU, Rapideffusioni (Urtovox , 2001)

    “Rapideffusioni”, l’esordio dei Jokifocu, è un disco dolce e surreale sin dal coloratissimo coniglio in copertina, a far intuire un modo giocoso di guardare al mondo. La musica segue di pari passo, essendo pop rumoroso e dissonante che guarda a Pixies, Breeders e Pavement, nonchè ai meno allineati tra i cantautori, Rino Gaetano in testa.…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010