Non starò qui a deliziarvi con le prosopopee tardo-romantiche sulle omeriche attese cui noi appassionati siamo stati costretti dai dEUS per ascoltare un nuovo disco di canzoni inedite. Tanto lo sapete benissimo, sono passati sei anni. Il rischio della delusione era dietro l’angolo, tanto più se si considerano tutti i pezzi persi da Tom Barman…
Più il 2005 scava il suo tunnel mese dopo mese più sembra possibile leggere questa annata come una rincorsa continua alla ricerca di una nuova struttura pop: così come l’anno scorso fu la volta dell’esplosione del fenomeno del neo-folk su scala mondiale, così nei primi quattro mesi di quest’anno abbiamo assistito all’uscita di lavori eccellenti…
In una storia dell’arte che va via via stratificandosi, aprendo nuove vie sotterranee e rimodernando i tracciati già esistenti per potersi comunque conservare comodamente viene abbastanza naturale immaginare nei percorsi della musica contemporanea una componente corposa di passatismo. E non che si debba sempre obbligatoriamente leggere il termine nella sua accezione negativa e spregevole: Iron…
“Ovunque ti colti, sei circondata dal suono di una canzone invernale…guardati ora, anche tu stai volando”. Quali parole potrebbero descrivere meglio la sensazione quasi fisica di nuotare nell’aria che ogni ascolto di questo “The secret migration” provoca? Jonathan Donahue canta queste parole sul pianoforte delicato di “First-time mother’s joy (flying)”, ma si potrebbero adattare perfettamente…
Il nuovo disco dei Grandaddy rispecchia esattamente il nome della cittadina da cui provengono: Modesto. Battuta pessima, ma che non sposta la realtà dei fatti. Dodici brani e l’abituale miscela di pop-rock stralunato e di stramberie elettroniche a bassa fedeltà, che stavolta non riescono proprio a convincere. Intendiamoci, il disco in sé non è così…
I Black Crowes si sono presi una pausa di riflessione dopo dodici anni di onoratissima carriera artistica. Una pausa che però ha più il sapore di uno scioglimento definitivo visti i continui contrasti tra i Robinson brothers e l’uscita di scena del batterista Steve Gorman. Sperando di poter di nuovo parlare un domani di un…
Che i Mercury Rev fossero amanti del cinema si era sempre saputo. Nel corso della loro carriera, hanno sempre cercato di avvicinare la loro musica a questa loro passione. Il loro primo lavoro, risalente agli anni ’80, non a caso era stato registrato su nastro magnetico per film. Stessa sorte tocca a “Deserter’s Songs” registrato…
Secondo album per il cantautore di Wolverhampton, dopo l’incensato esordio di “My beautiful demon”, datato 1999. Alla produzione troviamo sempre David Kosten, grande appassionato di musica classica e di avanguardie, il quale sembra avere un ruolo sempre più importante negli arrangiamenti dei pezzi di Christophers. “Spoonface” pare accentuare quell’aspetto techno-folk intravisto nell’illustre predecessore, scarnificando la…
Sono serviti tre anni ai Mercury Rev per scrivere il seguito del disco che all’improvviso ha portato la loro musica in un altro luogo. Come per un romanziere che d’incanto riesca a trovare la propria voce, così i Mercury Rev hanno scovato il senso di tutto in fondo a “Deserter’s Songs” e a quelle atmosfere…
Appiccicato sull’involucro del cd, si legge un estratto di una critica apparsa sul New Musical Express: “Questi sono grandi temi di un’immaginaria colonna sonora, pronti a spezzare il cuore ovunque”. Si sa che la stampa inglese è la numero uno nel lanciare un gruppo, per poi neanche raccogliere la spazzatura formatasi per lo schianto al…