• RICHARD ASHCROFT, Human Conditions (Virgin, 2002)

    “Human Conditions” è il disco che Richard Ashcroft avrebbe dovuto fare dopo lo splendido “Urban Hymns” con cui i Verve chiusero la propria carriera. Ha quell’inizio impetuoso, la splendida “Check the Meaning”, una ballata straripante di passione e tensione, che si riallaccia alle pagine migliori di Ashcroft, da “Bittersweet Symphony” fino a “Song for Lovers”,…

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  • CCCP FEDELI ALLA LINEA, Live In Punkow (live, Virgin, 1996)

    Il senso di tutta l’esperienza CCCP, mentre è ormai consolidato il Consorzio dei Suonatori Indipendenti – ovvero i C.S.I. -, sta in due frasi della canzone che apre questo live: “Live in Mosca, live in Budapest, live in Varsavia, live in Sofia, live in Praga, live in Punkow” e “un’opinione pubblica un poco meno stupida…

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  • CCCP – FEDELI ALLA LINEA, Epica Etica Etnica Pathos (Virgin, 1990)

    L’ultimo lavoro in studio dei CCCP è un testamento musicale di raro spessore. Simbolica la cover che mostra il salone di un casolare abbandonato con i vari strumenti, senza musicisti. Simbolica perché ribadisce l’importanza predominante della sostanza sulla forma, sull’apparenza, e perché mostra senza possibilità di equivoci la nuova strada intrapresa dalla band. Innanzitutto la…

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  • CCCP – FEDELI ALLA LINEA, Canzoni Preghiere Danze del II Millennio – Sezione Europa (Virgin, 1989)

    Il percorso musicale dei CCCP comincia poco alla volta a deviare verso altre sonorità. Iniziale shock da acquisto: i CCCP, gruppo militante e laico parlano nel titolo di “preghiere e danze” e presentano una cover con l’iconografia della Madonna. Sicuramente quello in questione è l’album meno ispirato della storia della band emiliana, quello di più…

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  • CCCP – FEDELI ALLA LINEA, Socialismo e barbarie (Virgin, 1987)

    La fama raccolta con l’inaspettato successo di “Affinità/divergenze” – inaspettato perché non si trattava certo di un album facile da assimilare – spinge la band ad allargare i propri orizzonti e a firmare per una major. Se questo produce cambiamenti inerenti alle modalità di gestione della produzione musicale (e allontana i fan “puri e duri”…

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  • PETER GABRIEL, Up (Virgin/Real World, 2002)

    È stato scritto che “Up” non è un brutto disco, ma che risente quasi di un eccesso di cura: troppo ‘pensato’, insomma. Posto che i ritmi di creazione sono affare personale e regno incontrastato della relatività (e della insindacabilità), ciò che invece colpisce di “Up” – così come di “Ovo” – è la persistenza, nella…

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  • GENESIS, Three Sides Live (Virgin, 1982)

    Se il primo live (“Genesis Live”) resta una bella foto dell’era Gabriel e “Seconds Out” la celebrazione del “come eravamo”, “Three Sides Live” è semplicemente la cosa migliore che i Genesis hanno realizzato negli anni ottanta. Il titolo indica le tre facciate live e una quarta che prevedeva brani in studio, out-takes del tutto evitabili…

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  • BRYAN FERRY, Frantic (Virgin, 2002)

    Bryan Ferry, ovvero il damerino del rock. Così snob da tornare sulle scene con un album composto quasi per metà da cover, da Bob Dylan a Riccardo Cuor di Leone. Pretenzioso? Forse, ma è quello che ci aspetteremmo dal personaggio. Come altri suoi illustri colleghi hanno insegnato in precedenza, per realizzare un grande ritorno, è…

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  • GOMEZ, In Our Gun (Virgin, 2002)

    Ogni volta che si ascolta un disco dei Gomez la sensazione è sempre quella: “Sono bravi, si impegnano, ma potrebbero fare di più”. I cinque inglesi di Southport tornano con questo “In Our Gun”, e gli ingredienti sono sempre i soliti: una sapiente mistura di ossessioni blues, leggerezza britpop e sincopi funky. Ciò che manca…

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  • MARIANNE FAITHFULL, Kissin’ Time (Virgin, 2002)

    Fin dai suoi esordi, la figlia di una baronessa austriaca ama sorprendere ed anche dare scandalo. I suoi dischi hanno sovente spiazzato per la loro etereogenità e per il loro essere diversi l’uno dall’altro, probabilmente figli di una vita piena di amori, sesso, droga e rock’n’roll. Fece scalpore, in pieni anni ’60, il suo “dedicarsi”…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010