Premessa: chi riesce a intitolare un album “Impeach my bush”, giocando su doppi sensi politico/sessuali, per me un po’ di genialità, da qualche parte, la deve avere. E Peaches è così: non passerà mai alla storia per la musica che fa (che in fondo è davvero robetta di poco conto), ma per quello che fa…
I Be Your Own Pet fanno parte del revival garage caciarone che tanto ci diverte di questi tempi. Escono per la XL, già testamentaria del patrimonio artistico dei White Stripes, il che ci fa capire come stanno le cose. Insomma, è un disco divertente e il fatto che abbiano in media meno di 20 anni…
C’eravamo un po’ tutti abituati male, forse; certo è che dopo i fasti dei primi tre lavori di Devendra Banhart (senza mettersi lì a contare EP, Split e collaborazioni a vario titolo) riprendersi dalla sbornia non è facile. Cosa abbia spinto il più creativo tra i cantautori folk attuali a dare alle stampe in fretta…
Per chi come noi si è innamorato da tempo di Badly Drawn Boy è stato difficile osservare un disco ispirato come “One Plus One Is One” passare pressoché inosservato. Si ha la sensazione che, a parte qualche caso isolato, si sia parlato dell’ultimo lavoro di Damon Gough come di passaggio, liquidandolo come qualcosa di scontato.…
La critica più frequente rivolta ai White Stripes è che suonano come tanti altri gruppi che ripercorrono le radici della musica americana con impeto e irruenza. E se è vero che i due hanno nell’energia con cui interpretano i loro pezzi una qualità imprescindibile, la differenza tra loro e gli altri non la fanno solo…
Sapete com’è Badly Drawn Boy, no? Uno che riesce a farsi fischiare da un pubblico che è lì per adorarlo, uno che dimentica i testi delle proprie canzoni. Uno di cui non ci si può fidare fino in fondo. Così forse non vi stupirete di “Have You Fed the Fish?”. Anche se il secondo disco…
Pensandoci adesso, è chiaro che nessun altro se non Badly Drawn Boy poteva occuparsi della colonna sonora di un film come “About a Boy”, tratto dall’omonimo libro di Nick Honrby. Un po’ perché entrambi attingono a un immaginario comune di libri e, soprattutto, dischi, senza suonare nostalgici. Un po’ perché praticamente nessun altro musicista in…
I White Stripes, giunti con questo “White Blood Cells” al terzo disco, sono due fratelli, o almeno così dichiarano loro. Jack White canta e suona chitarra e tastiere, Meg White si occupa della batteria e saltuariamente si dedica alla voce. Nient’altro, nessun altro musicista, soltanto i due fratelli. Semplicità e tanto entusiasmo. Ed è da…
Maxim si mette in proprio. Dai Prodigy e dalla techno all’hip hop come non ci si crede. “Hell’s Kitchen” costituisce il riscatto della musica elettronica, o la sua morte. Dipende da cosa pensiate dell’hip hop, perché “Hell’s Kitchen” è un album rap. Molto molto molto estremo, proprio molto. E ora che l’ho in heavy rotation…
Con questo disco d’esordio Badly Drawn Boy, ossia Damon Gough, si è guadagnato il Mercury Prize per il disco inglese dell’anno prevalendo su gente come Coldplay e Richard Ashcroft e conquistandosi l’appellativo di Beck inglese. Tralasciando paragoni che possono essere giustificati forse sul piano dell’attitudine ma non certo della musica, è bello scoprire un altro…