[ di Nicola Guerra ] Tutto il vociare attorno al nuovo disco della poliziotta Joan Wasser è legittimato, per la capacità di miscelare suoni vintage, synth, chitarre, fiati e una voce angelica che, nelle aperture melodiche e solari, ci lascia a terra e senza fiato.
“Let England Shake” è un disco rock basico, quasi primordiale, fatto di un folk grezzo e increspato che è suono senza tempo.
I National sono tornati da David Letterman ieri sera 1 febbraio 2011.
L’album della consacrazione della band nel salotto buono del rock indipendente.
Sono sempre e comunque i Deerhunter. Più ci si sforza di includerli in una tradizione, più bruscamente il loro sound, multiforme ma stabile in un sound ben distinguibile, lascia a bocca aperta.
Riverberi e presenze fantasmatiche, suono gelido, eppure abitato. Ma qualcosa non torna.
Il terribile ricordo dell’ultimo tour italiano dei Blonde Redhead è ancora fresco: le pose da diva di Kazu Makino, i cori campionati e la stanchezza del concerto riminese di due anni fa sono stati rospi difficili da ingoiare. Ma a Bologna viene spazzato via tutto.
I Blonde Redhead sognanti come non mai, tra basi elettroniche e classiche ripartenze elettriche. Il nuovo “Penny Sparkle” fa la sua figura in un’atmosfera ovattata e raccolta, e svela intensità inaspettate.
Tanto di cappello per Leonard Cohen, accompagnato da un’orchestra di dieci elementi, unica data italiana del World Tour 2010 del grande cantautore americano.